Come alleggerire il peso dei nostri massi
Se stai leggendo questo articolo probabilmente sei in cerca della gioia che non riesci a trovare nella vita di ogni giorno. Con il carico di massi più o meno pesanti, affronti la quotidianità, chiedendoti se ci sia un senso.
Voglio raccontarti la storia di Sisifo, che, per molti versi, assomiglia alla nostra.
Il mito di Sisifo è stato tramandato attraverso un racconto presente nei lavori di Omero e nell’opera “Il mito di Sisifo” di Albert Camus.
Nella mitologia greca, Sisifo, il più furbo dei mortali, è uno dei figli di Eolo, condannato dagli dei a un destino eterno: dovette trascinare un grande masso fino alla cima di una montagna, ma, ogni volta che stava per raggiungere la vetta, il masso scivolava via e Sisifo doveva ricominciare da capo, in uno sforzo inutile e senza fine.
Quante volte ti sarà capitato di sentirti così?
Costretto ad affrontare situazioni pesanti, che ti sembrano non avere un senso, né una fine?
Indice dell’articolo
- I nostri massi
- Coazione a ripetere
- Resistenza al cambiamento: omeostasi
- Riscoprire il senso per ritrovare la gioia
I nostri massi
A volte ci sembra di dover soccombere a un destino che non abbiamo scelto, di dover sopportare il peso di una vita che non avremmo voluto. Come Sisifo, affrontiamo le nostre giornate ripetendo le stesse azioni, ripercorrendo gli stessi passi e, arrivata la sera, ci sembra di aver sprecato il nostro tempo.
Nel counseling ho modo di ascoltare tante esperienze: un lavoro che non soddisfa, una relazione che soffoca, gli errori commessi che non danno respiro, imponendo scelte dettate da rimorsi o sensi di colpa.
Siamo schiacciati da invisibili massi che ci appesantiscono e ci imprigionano.
Nei mattini più difficili la nostra vita, con tutte le sue sfide, i fallimenti e le fatiche, ci sembra priva di scopo. E anche quando ce la mettiamo tutta, quando impegniamo ogni grammo della nostra energia per ottenere un risultato diverso, per cercare di essere felici, arrivano le delusioni: un amico che ci gira le spalle, una promozione data a qualcuno che la merita meno, un tradimento, un’ingiustizia.
Il mito di Sisifo può aiutarci a dare un significato a ciò che ci sembra non averne, perché la sua storia, come la nostra, riflette la natura della relazione tra l’essere umano e il senso di scopo, ci porta a riflettere sul significato della nostra esistenza e sulle sfide che affrontiamo.
Se adesso ti senti schiacciato dal peso di ciò che stai vivendo, se pensi di non riuscire ad affrontare la fatica di un’altra collina, ti chiedo di fermarti un momento, di concentrarti su di te, in modo da alleggerire il tuo carico e ritrovare la gioia.
Coazione a ripetere
Sisifo è costretto dagli dei a trascinare il masso ogni giorno fino alla cima della montagna. A volte siamo noi a condannarci a ripetere le stesse azioni, anche se ci fanno soffrire.
La coazione a ripetere è un incessante ritorno a situazioni di disagio e malessere, con l’individuo che tende a ricreare esperienze dolorose del passato.
Perché? Secondo Sigmund Freud gli esseri umani sono spinti a cercare il piacere, ma, contemporaneamente, seguono una pulsione opposta, quella verso la morte, che vuole riportare la mente in una forma di stasi, per annullare le tensioni.
Può succedere anche quando non ci sentiamo meritevoli di ciò che può accadere di bello e positivo nella nostra vita e finiamo per autosabotarci, costringendoci in dinamiche malate. È un processo che avviene in modo inconscio e coercitivo: si ripetono schemi disfunzionali e dannosi senza rendersene conto.
Prova a domandarti, adesso, se stai costringendo te stesso a rimanere in una situazione di sofferenza. Domandati quando succede, come lo fai.
A volte non è importante cogliere da subito il perché di alcune nostre azioni, quanto il come. In modo da allargare la percezione che abbiamo su noi stessi e ciò che ci sembra impossibile da cambiare.
Resistenza al cambiamento: omeostasi
Ciò che non conosciamo ci spaventa.
Per questo, la nostra mente cerca di mantenere l’equilibrio evitando il cambiamento. Il nostro cervello preferisce gli automatismi, le esperienze note, le risposte immediate.
Si definisce omeostasi l’insieme di forze che mantengono la nostra mente in uno stato di equilibrio, anche quando questo equilibrio è una fonte di malessere. Per questo, spesso, ci capita di rimanere in situazioni in cui ci sentiamo passivi e soffriamo, pur di non affrontare il cambiamento.
Come Sisifo, trasportiamo il nostro peso su per la collina, con la testa bassa e pensando che per noi quella sia l’unica strada percorribile.
Quindi continuiamo a fare le stesse scelte, a circondarci di persone che potrebbero farci del male, a cercare l’amore in relazioni disfunzionali.
Stai facendo resistenza al cambiamento possibile? Incomincia ad ascoltare le tue emozioni.
Riscoprire il senso per ritrovare la gioia
Il primo passo da fare per riscoprire il senso della tua vita è entrare in contatto con te stesso.
Se non conosci chi sei, difficilmente potrai muoverti in direzione della gioia, perché non saprai dove cercarla.
Quali sono i tuoi sogni? In quali valori credi? Cosa ti fa stare bene e cosa invece ti appesantisce fino a renderti passivo e stanco?
Parti da qui: da te stesso.
- Renditi consapevole di ciò che stai vivendo. Se sei poco consapevole dei tuoi stati emotivi è più facile mettere in atto meccanismi inconsci come la coazione a ripetere. Se non entri in contatto profondo con te stesso, continui a sentirti vittima impotente in un mondo arido e malvagio.
- Cambia prospettiva. Prova a guardare te stesso in modo diverso, allargando gli orizzonti, incominciando a pensare di poter cambiare. Domandati: “cosa mi impedisce di fare qualcosa?” o “come posso passare da essere vittima a protagonista?”. Ricorda che non ci sono dei a infliggerti una punizione eterna e che, per quanto la vita possa metterti alla prova, tu puoi scegliere il modo in cui affrontare le esperienze.
- Cogli le piccole cose. Persino Sisifo lungo il tragitto avrà goduto di dettagli e particolari che cambiavano con il tempo. Se ti soffermi a guardare i tuoi passi e nella testa pensi unicamente di dover raggiungere la vetta della montagna, perderai la possibilità di apprezzare le piccole cose che possono meravigliarti.
- Sii presente a te stesso. Se continui a pensare a ciò che è accaduto ieri e ti aspetti che succeda anche domani, stai perdendo di vista ciò che stai vivendo ora, nell’adesso. Concentrati sul momento e assaporalo: il suo significato lo scoprirai soltanto se resti presente a te stesso. Cosa vuol dire? Qualunque cosa tu stia facendo, entra totalmente nel qui e ora: stai passeggiando con il cane, lavando i piatti, scrivendo al computer: diventa completamente consapevole, con tutti i sensi e con ogni pensiero, di ciò che stai facendo.
- Cambia atteggiamento: leggerezza e attenzione. Se non puoi cambiare totalmente ciò che accade, puoi scegliere l’atteggiamento giusto con cui affrontarlo. Puoi immaginare che Sisifo in qualche modo possa aver trovato una forma di gioia in quello che viveva quotidianamente? Sembra impossibile eppure ognuno di noi può sperimentare momenti di felicità in un mondo difficile. Se sei attento alle emozioni che provi e ti dai il permesso di affrontare con più leggerezza ciò che vivi, puoi cambiare atteggiamento e aprirti all’inaspettato.
La gioia si nasconde nella scelta che puoi fare: nonostante tutte le difficoltà e i pesi da reggere, tu sei vivo, non sprecare il momento!
Invece di disperarti per l’assurdità della vita, cogline le infinite possibilità: ci sono colline e montagne da scalare, ma anche angoli pieni di poesia e bellezza. E sono lì, dentro di te.