Viviamo la nostra vita come equilibristi, in bilico tra conflitto e compassione. Tra ego e anima. La sensazione che ne deriva, spesso, è quella di essere in trappolati, come criceti costretti a correre su una ruota che non li porta da nessuna parte.
Ci lasciamo guidare dall’ego che imposta per noi il pilota automatico e solo per brevi istanti riusciamo a scorgere il mare dietro una curva, il sole che filtra tra le nuvole, il respiro dell’universo dentro e intorno a noi.
Questo articolo vuole essere un invito. Fermati. Smetti di far girare la ruota e guardati intorno. La gabbia è aperta. Ma se non scegli di uscirne, la tua vita non può incominciare davvero.
“Esiste un luogo sacro che si chiama anima. Laddove tutto quello che conta incide in modo indelebile. Parole gesti e pensieri sono fotografati per l’eternità. Perciò… quando bussi a quella porta, prima di entrare lima le unghie, togli le scarpe, spogliati delle bugie e vestiti solamente di te. Sii te stesso.”
Silvana Stremiz
Indice dell’articolo
Ego
La parola ego deriva dal latino e significa letteralmente io. L’ego definisce la nostra identità nel contesto in cui ci muoviamo, nel mondo: è la maschera con cui ci presentiamo agli altri. La struttura della nostra personalità si costruisce a partire dall’infanzia, sulla base delle parole, degli insegnamenti e dei comportamenti degli adulti di riferimento. Da loro, infatti, come delle spugne, assorbiamo alcuni schemi di pensiero che con il tempo si cristallizzano, radicandosi in noi.
Come si rinforza l’ego?
- Ogni volta che definiamo noi stessi e poniamo dei limiti alla nostra essenza: sono incapace, sono timido, sono ansioso, sono possessivo… sono tutte etichette che ci attribuiamo e che ci bloccano nell’ego.
- Quando ci identifichiamo in un ruolo preciso e ne assumiamo le caratteristiche: l’ego si nutre delle convinzioni legate a come bisogna comportarsi per essere bravi nel proprio ruolo.
- Se non accettiamo parti di noi e viviamo in conflitto con noi stessi, alimentando senso di colpa e di inadeguatezza, o con gli altri, con un atteggiamento ostile e giudicante.
L’ego, dunque, è un vestito che altri hanno cucito per noi nei primi anni della nostra vita e che indossiamo quotidianamente, perché ci identifichiamo con ciò che quell’abito ci fa sembrare.
È un meccanismo di difesa, inconscio e disfunzionale, che persegue un unico obiettivo: sentirsi accettati, visti, riconosciuti.
Nell’ego agiscono 3 personaggi che si sono formati nei primissimi anni della nostra storia personale e che continuano a condizionare il nostro comportamento:
- Il giudice interiore: contiene le convinzioni su ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, ci induce a guardare ogni cosa, situazione o persona con sguardo duale e giudicante.
- La vittima: qui ci sono tutte le convinzioni che ci fanno pensare di non essere abbastanza, di essere inadeguati e impotenti. Ci porta a forme di dipendenza e di lamento o di pretesa.
- Il salvatore: questa parte necessita dell’approvazione degli altri, per questo ci condiziona in modo da essere buoni, per dire sempre di sì, per compiacere.
Quando viviamo la nostra vita nell’ego, siamo come criceti che corrono senza direzione, dimenticando sé stessi. La prima cosa da fare è fermare la ruota: rendersi consapevoli. Tu non sei le maschere che indossi. Non sei le definizioni nelle quali ti limiti, non sei il ruolo che agisci, non sei dualità separata di luce e ombra.
Certo, l’ego non si può eliminare e non sarebbe opportuno farlo. Ma è necessario riconoscerlo, per scegliere la vita che vogliamo e non rinchiuderci in una gabbia.
Anima
Se l’ego è scisso e frammentato, genera conflitto e disgrega, l’anima è intera, alimenta la compassione e unisce.
L’ego vive da vittima e nella paura, l’anima si assume la responsabilità del proprio destino e si nutre d’amore.
L’ego teme la malattia e accumula ansia per la morte, l’anima cerca il bello della vita, nel suo momento presente.
Presi dalla corsa di un’esistenza senza direzione e scopo, finiamo per identificarci con l’ego e ci ritroviamo persi, in trappola, inappagati e vuoti, colmi di frustrazione. Ma dentro di noi l’anima chiama. Ci invita a vivere una vita piena e intera. Sta a noi scegliere di ascoltarla. Tutti noi abbiamo una vocina dentro che ci sussurra quanto può essere bello il mondo, quanto può essere piena la vita.
Poi a quella voce se ne sommano altre, narrazioni che ci confondono e che tendiamo a considerare vere. Prova ad ascoltare con il cuore, adesso. Se stai soffrendo, se ti senti in trappola, se i pesi che stai portando sulle spalle ti stanno schiacciando, se pensi di non essere capace. Stai investendo tutta la tua energia per far girare la ruota, spegnendoti. Allora fermati.
È il momento di ascoltare l’anima. Di tornare alla verità del cuore, per vivere in armonia con essa.
Conflitto e compassione
Il compito della vita umana, la nostra direzione è passare dall’ego all’anima, senza voler eliminare il primo, ma cercando di allinearci sempre di più con la seconda. Il nostro scopo è passare da situazioni di incoerenza e di conflitto, alla compassione.
Possiamo essere in conflitto con noi stessi: quando non ci accettiamo, quando non riconosciamo tutto il nostro valore, quando ci appiattiamo in esistenze che ci lasciano affamati, vuoti. E possiamo vivere in conflitto con gli altri: ci abituiamo alla lotta per riuscire a farci notare, finendo per cercare la competizione a ogni costo.
Per sentirci vivi dobbiamo avere dei nemici, qualcuno da bullizzare per darci potere, qualcuno da incolpare per l’infelicità che proviamo. E le nostre armi diventano l’insulto, la chiusura emotiva, il sarcasmo, il giudizio.
Incominciamo a disarmarci.
Liberiamoci delle prigioni della nostra mente e allarghiamo la nostra comprensione e la nostra compassione a noi stessi e a tutte le creature viventi.
Ascoltiamo la voce dell’anima.
Compassione non significa pietà né commiserazione. Significa coltivare la flessibilità, la generosità, la gentilezza. Orientarsi alla compassione vuol dire entrare in contatto con la nostra parte più profonda, accettare la nostra fragilità e accogliere quella dell’altro, senza armature.
Siamo chiamati ad affrontare dolori e difficoltà, la vita ci mette continuamente alla prova. Ma non è rimanendo nell’ego che possiamo trovare la strada. Se non diventiamo consapevoli della meraviglia che siamo chiamati a diventare e ci ostiniamo a indossare maschere per essere accettati dagli altri, trasformiamo la nostra vita in una prigione. Allora cosa possiamo fare?
Cosa puoi fare praticamente per ascoltare il richiamo dell’anima ed evolvere?
- Pratica il respiro consapevole, più spesso che puoi: fermati con te.
- Individua le convinzioni limitanti, tutto ciò che ti hanno raccontato di te e hai finito per crederci
- Fai ciò che ti dona gioia, coltiva i tuoi talenti
- Scegli alcune affermazioni positive su di te e ripetile
- Sii gentile con te stesso: accetta i tuoi errori e cogline l’opportunità per crescere
- Coltiva la compassione verso di te e verso gli altri, apri il cuore
- Ama la tua vita e sii grato per ciò che sei