“La comunicazione avviene quando, oltre al messaggio, passa anche un supplemento di anima.”
Henri Bergson
Comunichiamo di continuo, anche senza pronunciare parola: i nostri occhi, la postura, il nostro silenzio, tutto di noi dice continuamente dei nostri stati d’animo e dei nostri pensieri.
La comunicazione tra esseri umani, infatti, si struttura su tre livelli:
- Verbale: cosa diciamo attraverso le parole.
- Paraverbale: il modo in cui parliamo, il tono di voce, il timbro, la velocità.
- Non verbale: cosa trasmettiamo con il corpo, la postura, la posizione nello spazio, i movimenti, la gestualità.
Per comunicare in modo efficace è dunque importante:
- essere consapevoli del messaggio che vogliamo trasmettere;
- che ci siano coerenza e allineamento tra i diversi livelli di comunicazione;
- riuscire a cogliere la modalità con la quale il nostro interlocutore sta trasmettendo il suo messaggio;
- prestare attenzione ai feedback che ci arrivano dall’altro;
La Programmazione Neuro Linguistica fornisce strumenti e strategie che possono aiutarci a comunicare efficacemente. La PNL è un modello di studio della comunicazione intrapersonale e interpersonale il cui obiettivo è permettere agli individui di comprendere sé stessi e raggiungere il modo più efficace di comunicare e di relazionarsi.
Programmazione: si riferisce alla capacità di organizzazione e di processo attraverso la quale è possibile modificare i propri comportamenti, a partire dalla rappresentazione che si ha della realtà e dalle esperienze personali.
Neuro: fa riferimento al sistema nervoso attraverso cui l’esperienza soggettiva, realizzata tramite i sensi, viene rappresentata a sé stessi.
Linguistica: si riferisce alla modalità, basata su linguaggio e comunicazione, con cui le esperienze soggettive vengono codificate e viene attribuito a esse un significato, mappandole.
Quindi la PNL si occupa dei processi che l’individuo mette in atto, in modo da modificare (programmazione) pensieri, emozioni e comportamenti attraverso l’uso del sistema nervoso (neuro); processi sui quali è possibile agire per mezzo della linguistica, cioè di tecniche conversazionali e linguistiche.
In che modo dunque può esserci utile per imparare a comunicare in modo efficace? Scopriamolo.
Indice
La mappa non è il territorio
Richard Bandler, co-fondatore della PNL, afferma che ognuno di noi crea una rappresentazione mentale, percettiva ed emotiva del mondo esterno. Cosa significa? Immagina di dover partire per una meta che non hai mai visitato e di impostare il navigatore per raggiungerla. Ciò che vedrai sarà una rappresentazione di un determinato territorio, la mappa della tua destinazione, non la destinazione nella sua realtà.
Ecco, così noi creiamo e ci serviamo di mappe personali, costruite sulla base delle esperienze vissute, che usiamo per interagire con il mondo: queste mappe non sono la realtà, ma una sua rappresentazione filtrata e soggettiva.
Il linguista Noam Chomsky afferma che la nostra mappa è sempre una versione imprecisa e incompleta del mondo esterno, a causa di tre processi con i quali filtriamo le informazioni attraverso i sensi.
- Cancellazione: data l’enorme quantità di informazioni che riceviamo continuamente, tendiamo a cancellare, spesso inconsciamente, molti dati provenienti dall’ambiente esterno, ma anche da quello interno a noi.
- Distorsione: filtriamo le informazioni che arrivano distorcendole, dando loro un significato soggettivo e cambiandole.
- Generalizzazione: in seguito ad alcune esperienze simili, generalizziamo le informazioni, creando convinzioni e principi su ciò che è vero o falso, giusto o ingiusto e così via.
Risulta chiaro, quindi, che ognuno di noi possiede una propria personale mappa del mondo, che risulta essere una mera interpretazione soggettiva della realtà esterna.
I problemi di comunicazione nascono proprio quando si considera la propria mappa come l’unica realtà possibile, la sola vera.
La mappa è nella nostra mente, creata dal nostro personale modo di filtrare tutte le nostre esperienze, facendole passare attraverso il setaccio delle convinzioni, cancellandole, distorcendole e generalizzandole.
Il territorio è il mondo esterno, ma, poiché il nostro vissuto è diverso rispetto a quello di qualsiasi altra persona, ognuno di noi percepirà la realtà esterna in modo soggettivo.
Ricordare che la mappa non è il territorio è fondamentale quando comunichiamo con qualcuno: ti renderà più responsabile della tua comunicazione e più aperto e flessibile verso il tuo interlocutore.
La comunicazione è davvero efficace quando due persone sono in grado di arricchire le reciproche mappe soggettive, accogliendo il diverso punto di vista dell’altro, sapendo che appartiene al suo vissuto e al modo in cui ha catalogato le sue esperienze, generando così nuove opportunità in termini di scelte, parole e azioni.
Comunicare tra mappe differenti
“Non conosciamo le cose in sé stesse, ma solo le nostre idee su esse.”
dal film Matrix
Ciò che i nostri occhi osservano, ciò che le nostre orecchie ascoltano e ciò che i nostri sensi provano non è la realtà oggettiva, ma la nostra personale interpretazione di essa. Ognuno di noi ha la propria personale mappa del mondo e si muove, interagisce in base a quella. Ogni esperienza che facciamo, filtrata e codificata, va ad arricchire la nostra mappa, rendendola sempre più unica.
Facciamo un esempio.
Immaginiamo un ragazzo che cresce in una situazione di indigenza, che a stento ha ciò che gli serve per vivere. Sicuramente la sua mappa sarà molto diversa rispetto a quella di un suo coetaneo che, invece, è cresciuto nel benessere e vive nell’agio. Ancora differente sarà l’insieme delle esperienze di un ragazzo che, avendo un credo religioso orientato all’abbandono di ogni bene materiale, sceglie di non possedere nulla.
Questi tre ragazzi, che hanno evidentemente tre mappe molto diverse tra loro, attribuiscono al concetto di povertà un significato completamente diverso: ognuno di loro ha la propria personale percezione della povertà, sulla base dell’esperienza vissuta, di ciò che ha visto, sentito, provato e che ha creato un sistema di credenze. Se un giorno dovessero incontrarsi, come potrebbe funzionare la loro comunicazione sul tema della povertà?
Il primo ragazzo la descriverebbe come un inferno, il secondo come qualcosa che non esiste e il terzo come l’unica strada per essere felici. Ognuno di loro ha la propria personale mappa del mondo, e ognuno di loro potrebbe pensare di essere il solo a conoscere la realtà, ad avere ragione.
Come riuscire a comunicare in modo efficace tra mappe differenti?
La consapevolezza che l’altro ha un suo modo di vedere la realtà e che dal suo punto di vista ciò che affermerà nella discussione è corretta, è la prima chiave per una comunicazione efficace.
Soltanto quando riusciremo a decodificare la mappa del nostro interlocutore potremo ottenere il massimo dei risultati nella comunicazione, per incontrarci oltre le differenze e comprendere il non detto. Da ora in poi, quando ascolti un’opinione altrui con la quale sei in disaccordo, prova a pensare che non esiste chi ha ragione e chi ha torto, ma che entrambi state esprimendo il vostro personale punto di vista, sulla base della propria mappa del mondo.
Questo ti consentirà di non cadere nella trappola dei facili giudizi e delle critiche, ti aprirà alla comprensione e all’ascolto autentico.
Come comunicare in modo efficace
La comunicazione non è solo ascoltare e scambiare informazioni, ma interagire con l’altra persona con la consapevolezza che ognuno ha la propria mappa del mondo. Si può parlare di comunicazione efficace, infatti, quando le persone coinvolte comprendono le emozioni dietro ciò che è stato detto, in modo che tutti si sentano compresi, ascoltati e rispettati.
Alla base di ogni comunicazione efficace, è indispensabile che ci siano 3 elementi:
- Empatia: comprendere il punto di vista dell’altro, sapendo che i suoi pensieri, le emozioni, le convinzioni che ha sono il frutto della mappa che ha creato con tutte le esperienze vissute.
- Assertività: spiegare i propri pensieri in modo chiaro e diretto, esprimere i propri sentimenti, permettendo all’altra persona di fare altrettanto.
- Rispetto: accogliere la diversità della mappa dell’altro, chiedendo lo stesso riguardo per la per la propria.
In ogni relazione di comunicazione dobbiamo tenere a mente che soltanto una piccola parte del messaggio viene trasmessa con le parole, per questo è fondamentale prestare attenzione al paraverbale e al non verbale. Soltanto se siamo congruenti con la nostra mappa del mondo, possiamo trasmettere un messaggio in modo efficace, allineando le parole e il tono di voce che usiamo e la gestualità. E soltanto se accogliamo la mappa del mondo dell’altro possiamo cogliere in modo efficace il messaggio che vuole inviarci.
Perché sia efficace, dunque, la comunicazione deve contenere quelle che io chiamo le sette C:
- Concisione: è essenziale fornire le informazioni importanti senza perdersi in dettagli inutili.
- Completezza: ci sono parti del messaggio che potremmo distorcere o cancellare, bisogna trasmettere l’informazione in modo completo.
- Considerazione della mappa dell’altro: in questo modo saremo più aperti e recettivi.
- Concretezza: rispondere in modo preciso alle domande e sviluppare le argomentazioni, con la consapevolezza che appartengono al nostro vissuto.
- Chiarezza: l’uso delle parole giuste, allineate a tono e non verbale, consente di ridurre i fraintendimenti e rende coerente il messaggio.
- Credibilità: se siamo consapevoli di avere una nostra personale mappa e ci muoviamo in base a questa, con congruenza e coerenza, risultiamo credibili.
- Comprensione: si può stabilire un clima di armonia reciproca e fiducia attraverso il ricalco. Il ricalco è una tecnica della PNL che facilita la comunicazione efficace: ascoltando e osservando il nostro interlocutore, è possibile conoscere il suo modo di vedere il mondo ed entrare in contatto con lui ricalcandone una serie di aspetti (linguaggio del corpo e verbale, opinioni e convinzioni, umore e respirazione).
Non possiamo non comunicare. Ma, perché la comunicazione possa arricchirci reciprocamente, è necessario conoscere sé stessi e la propria mappa del mondo; per poi accogliere empaticamente la mappa dell’altro. In questo modo, oltre al messaggio, passerà anche un supplemento di anima.