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Ricominciare: il giorno zero

“Ricominciare. Ha un suono bellissimo questo verbo: si allunga su strade che non ho ancora percorso e conserva le orme di quelle che ho calpestato. Ricominciare, ogni volta, ogni giorno: andare via per tornare, nuova, a me stessa”.

Margherita Roncone

Cos’è il giorno zero? È il giorno in cui riusciamo a chiudere un ciclo, ci allontaniamo da relazioni tossiche, da situazioni che ci fanno stare male, per ricominciare. Può sembrare che arrivi all’improvviso, quando tocchiamo il fondo del dolore, quando tutto intorno a noi è diventato talmente estraneo da farci sentire continuamente fuori posto, quando siamo così stanchi di tutto da non poter fare altro che andare via. 

Eppure non è così. Il giorno zero è figlio di un processo interiore che richiede tempo e del quale, spesso, non siamo consapevoli; un processo che ci trasforma dall’interno fino a renderci nuovi.

A volte è il frutto di una singola lacrima che abbiamo trattenuto e che, lentamente, si è fatta strada nel cuore diventato pietra, per riportarlo a essere carne; una singola lacrima capace di scavare la roccia delle paure sedimentate, della sudditanza psicologica subìta, della mancanza di fiducia in noi stessi.

Il giorno zero è un giorno di rinascita. Come possiamo prepararci a viverlo?

Indice

Smetti di consegnarti agli altri

Ogni volta che qualcuno ti fa arrabbiare con i suoi comportamenti oppure ti fa sentire inadeguato con i suoi giudizi, se coltivi il sentimento della rabbia e soccombi al senso di inadeguatezza, ti stai consegnando a lui.

Se resti imbrigliato nella reazione emotiva che provi a causa del suo comportamento o del suo giudizio, consegni la tua vita nelle sue mani. 

In questo modo non potrai accogliere il tuo giorno zero, perché hai catene pesanti a trattenerti. Quello che puoi fare è renderti libero. Come? Puoi ritrovare la tua unità interna, entrando in contatto con te stesso, con tutte le tue parti profonde e con le loro emozioni. Incomincia a separare ciò che provi, dalla persona che ha generato quella reazione dentro di te.

La rabbia, la gelosia, il senso di inferiorità o di inadeguatezza, la vergogna, sei tu a provare queste emozioni, sono tue e devi prendertene cura, puntando lo sguardo sul tuo cuore e non sul comportamento dell’altro. È importante tornare a te stesso, prenderti cura del tuo bambino interiore che sta chiedendo di essere ascoltato.

Le tue emozioni vogliono essere viste, ma se tu concentri lo sguardo su chi le ha provocate, disperdi energia inutilmente e ti consegni a lui. Thich Nhat Han, monaco vietnamita, ci dice: “La causa principale della nostra sofferenza non è l’altra persona, il seme della rabbia è dentro di noi.

Allora smettiamo di condannare l’altro in quanto causa primaria di tutti i nostri guai, perché ci rendiamo conto che l’altro è solo una causa secondaria”. Allora torna a te stesso, smetti di dare a chiunque un potere su di te che non ha.

Riscopri la tua fragilità

Fragile è la parola scritta su alcuni pacchi postali, quelli più delicati. Dovremmo scrivercela sulla fronte, sulle mani, su ogni parte del corpo che possa permetterci di leggerla spesso, in modo da ricordarci che siamo esseri delicati, che andiamo maneggiati con cura, prima di tutto da noi stessi. E’ che abbiamo della fragilità una concezione negativa. Figli di un tempo in cui bisogna risultare invincibili, non scalfibili da niente e da nessuno, ci siamo ammalati di una malattia dell’anima lacerante: il perfezionismo.

E più cerchiamo di essere perfetti, più ci sentiamo inadeguati, finendo per rinchiuderci in un circolo vizioso che ci imprigiona, allontanando sempre di più il giorno zero. Viviamo, giorno dopo giorno, senza permetterci alcun tipo di caduta, imponendoci una frustrante e faticosa recita per non sembrare fragili, per non rendere visibile a tutti la nostra paura di non essere abbastanza, per non rimanere da soli. In questo modo, però, sperimentiamo la solitudine più grande, il senso di vuoto più lacerante, perché a mancarci siamo noi. 

Scegliere di abbandonare una condizione simile fa paura, perché è necessario guardarsi dentro e dare un nuovo volto alla fragilità, accogliere gli errori come opportunità e liberarsi da aspettative inutili quanto dannose. C’è bisogno di coraggio per intraprendere un percorso di consapevolezza, ma è l’unica strada per poter vivere anziché sopravvivere, per poter rinascere.

Incamminati: incomincia ad apprezzare la bellezza della fragilità per riscoprirti in maniera più autentica e libera. Il risultato di questo cammino ti porterà al tuo giorno zero, a ricominciare da te, nella versione più vera e potente di te stesso.

Non sottrarti al disagio, ascoltalo

Non puoi ricominciare se prima non accogli il tuo dolore. Se non ascolti il disagio e non stai con ciò che ti fa sperimentare, non puoi trovare la spinta per andare oltre e poi ancora avanti, verso la felicità che meriti.

Allora smetti di scappare, di nasconderti o di intorpidirti. Domandati: “Come sto?” e rispondi con sincerità. 

A volte è necessario toccare il fondo del dolore. Forse ti è capitato di tuffarti da uno scoglio molto alto. C’è un momento, quando entri in mare, in cui l’acqua si chiude sulla tua testa e ti senti disorientato, incominci a muovere le braccia e le gambe per risalire. Ma è quando tocchi il fondo, quando senti la sabbia sotto i piedi che puoi darti la spinta per tornare in superficie.

Così, ti sembrerà a volte che la paura, il dolore, la rabbia, la sfiducia ti sommergano e ti dibatterai cercando di allontanare queste emozioni da te. Ma sarà soltanto quando le avrai accolte totalmente, sperimentandole senza opporre resistenza, nel qui e ora, che potrai coglierne il senso e usarne l’energia per ricominciare.

Il tuo disagio ha un messaggio per te, vuole riportarti a te stesso perché tu sia pronto a vivere il tuo giorno zero.

Amati

Il mio giorno zero è arrivato in un giorno qualunque, ma era incominciato molto tempo prima che mi rendessi conto di essere pronta a ricominciare da me, per tornare a me stessa. 

È arrivato in silenzio: non quando soccombevo al dolore per un tradimento subìto, non mentre cercavo il mio valore negli occhi degli altri e mi nascondevo per non affrontare la paura, la solitudine, il vuoto. È stato un processo lungo, che mi ha vista tremare, consegnarmi agli altri e cercare ragioni per non affrontare il cambiamento. 

Il mio giorno zero è arrivato quando una piccola lacrima incastrata nel mio cuore si è trasformata in gemma preziosa. Quando tutto il dolore trattenuto e non ascoltato si è tramutato in canto d’amore per me stessa.  

Ho lasciato andare un’esistenza che mi sommergeva senza farmi respirare, per avviarmi alla vita vera, piena e libera. 

Ho chiuso la porta alle mie spalle lasciando indietro persone che mi hanno ferita e che ho amato; che amo ancora, ma in modo diverso. Perché quando arriva il giorno zero, quando quella lacrima si trasforma in gemma preziosa, fai pace con ciò che è stato e torni a te stesso con una luce nuova, che tutto illumina. 

Non avere paura di ricominciare. Incamminati. Il processo è già avviato, lascia che ti trasformi, che ti illumini dall’interno, che ti riporti a te stesso. 

Il tuo giorno zero arriverà quando sarai pronto. Nel frattempo amati e abbi cura di te!


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