Al momento stai visualizzando Come affrontare il senso di inadeguatezza

Come affrontare il senso di inadeguatezza

“Un giorno capirai che cercare di andare d’accordo con tutti, spesso, vuol dire svendersi e che la vera libertà è non avere bisogno di nascondersi. 

Che il vero potere non sta nei tacchi o nella cravatta che indossi, ma nelle mani che stringi e nei cuori in cui resti. 

Un giorno capirai e ti ritroverai a sorridere senza motivo, perché, in quel giorno qualunque, finalmente, ti amerai.”

Margherita Roncone

Prima o poi capita a tutti di sperimentare il senso di inadeguatezza. Può succedere in qualsiasi contesto: al lavoro, tra gli amici, con i familiari, in una relazione.

Ci sentiamo bloccati, insicuri, timorosi di dire o di fare la cosa sbagliata, scomodi nella nostra stessa pelle.

E, se quel senso di inadeguatezza persiste, diventiamo schiavi della paura del giudizio, delle nostre stesse aspettative, ci imponiamo maschere che finiscono per soffocarci.

Allora proviamo a cambiare, a essere diversi, ma come? In base all’immagine che vorremmo trasmettere agli altri, sulla falsa riga di ciò che la società propone come modello di successo e di sicurezza, affannandoci per assomigliare a qualcuno che ha ci sembra perfetto.

In questo modo, finiamo per rinnegare la nostra vera natura, opprimendo la nostra essenza. E l’insicurezza diventa una voragine sempre più grande.

Cosa possiamo fare?

Renderci consapevoli dei meccanismi alla base del senso di inadeguatezza è il primo passo, per poter poi ritrovare il nostro valore e vivere autenticamente la nostra vita.

Indice

Temere il giudizio

Il senso di inadeguatezza nasce spesso dalla paura del giudizio degli altri. Ti muovi in una palude di convinzioni su come dovresti essere per piacere a chiunque, finendo per sabotare di continuo te stesso.

Questo succede, in realtà, perché i primi giudici di sé stessi siamo noi. Quando non ci accettiamo, quando cerchiamo di nascondere le parti di noi che rifiutiamo ai nostri stessi occhi, quando non comprendiamo i nostri errori, quando rincorriamo modelli di perfezione fisica che non tengono conto dei bisogni reali del nostro corpo.

La prima cosa da fare, dunque, è essere gentili con sé stessi.

Incomincia a cambiare le convinzioni che ti sei creato su ciò che dovresti o non dovresti essere: datti il permesso di conoscerti davvero, con curiosità e gentilezza.

Una delle doti da sviluppare è l’autoironia: sorridere dei tuoi inciampi, scherzare sulle tue gaffe, ti permetterà di accogliere con benevolenza e grande libertà i tuoi limiti, per trasformarli in risorse.

Se tu per primo sarai più comprensivo e gentile con te stesso, il giudizio degli altri avrà meno importanza, fino a diventare uno spunto per mettersi in gioco e scegliere di migliorare.

In questo modo, infatti, nutrirai la tua autostima e affronterai in modo diverso le critiche che ti verranno mosse, lasciando cadere quelle che hanno un evidente intento distruttivo e prendendo in considerazione quelle che possono permetterti di migliorare.

Paragoni e confronti

Il senso di inadeguatezza viene alimentato dai paragoni e dai confronti con gli altri, quando non ti accetti e vorresti costringerti ad assomigliare a qualcun altro.

Succede a volte, molto spesso in realtà, che siano i genitori e gli insegnanti i primi a fare paragoni e confronti, probabilmente con un intento positivo, stimolante. Ma i bambini costretti a misurarsi di continuo con abilità e modi di essere di qualcun altro, finiscono per non credere nei propri talenti, semplicemente perché, magari, non li conoscono affatto.

È necessario puntare lo sguardo dentro sé stessi per scoprire chi siamo, quali sono le nostre potenzialità e i doni che possediamo. Soltanto in questo modo, quando guarderemo gli altri, non ci sentiremo inferiori, ma magari stimolati a fare qualcosa in più o di diverso.

Anziché dire a un bambino: “Guarda come è bravo Tizio” oppure: “Hai visto come è capace Caio? Perché tu non riesci?” dovremmo chiedergli cosa gli piace fare, cosa sogna di diventare, cosa lo diverte e come si sente, per aiutarlo a scoprire chi è davvero e a utilizzare il suo potenziale. 

Se ti stai paragonando a qualcuno, se fai confronti di continuo e ti senti inferiore, ricorda: dentro di te ci sono tesori che non conosci e che ti rendono unico!

Ognuno di noi ha talenti e capacità che lo rendono irripetibile, non cercare di assomigliare a qualcun altro, scopri la bellezza che è già in te e coltivala, per risplendere!

Smetti di criticarti

Gli psicologi evoluzionisti parlano di polarizzazione della negatività, cioè della nostra naturale tendenza a considerare le esperienze negative più significative di quanto non siano in realtà.

Siamo programmati, quindi, per dare più peso ai nostri difetti, agli errori e alle carenze, rispetto che ai nostri successi. Questo perché, proseguendo nel nostro cammino, possiamo imparare dagli inciampi, evitando di commettere gli stessi errori.

Quello che accade, però, è che sviluppiamo una eccessiva autocritica e, anziché mostrarci proattivi nelle nuove situazioni che sperimentiamo, finiamo per bloccarci, troppo preoccupati di continuare a sbagliare e alimentando il senso di inadeguatezza.

La prima cosa da fare è ridimensionare quella vocina che ci sussurra continuamente che non siamo abbastanza: abbastanza bravi, attenti, forti, simpatici, intelligenti, capaci. Perché capita a tutti di cadere, ma restare a terra a piangersi addosso non serve a nulla.

Allora trasformiamo quella vocina, con un pizzico di indulgenza e grande comprensione nei nostri confronti. Una delle pratiche più efficaci per smettere di criticarsi e non lasciarsi schiacciare dagli errori e dalla paura di non essere abbastanza, è la meditazione. 

Trova un po’ di tempo per stare con te, per ascoltare quella vocina e modificarne il tono, cambiare le parole che usa, fino a ritrovare un senso di grande benevolenza e un profondo amore per te stesso.

Incomincia a trattarti come tratteresti la persona che ami di più.

Trova il tuo Valore e diventa chi sei

Tu sei meraviglia in divenire: un processo in continua trasformazione, a partire da chi sei davvero.

Se continui a indossare maschere perché temi il giudizio degli altri, se ti paragoni ai modelli esterni cercando di imitarli, se ti critichi e diventi il tuo peggior giudice, rimarrai bloccato nel senso di inadeguatezza e di inferiorità. 

Tutto ciò che ti serve è già dentro di te. Non devi fare altro che rivolgere lo sguardo al tuo cuore, alle tue infinite possibilità. 

Ti propongo una breve storia, perché tu possa trovare il tuo valore e diventare chi sei.

L’albero triste.

C’era una volta un bellissimo giardino, con alberi e fiori di ogni tipo, meli, aranci e rose. Tutti felici e soddisfatti. C’era solo felicità in quel giardino, tranne che per un albero che era molto triste. Il povero albero aveva un problema: non sapeva chi fosse!

“Ti manca la concentrazione” gli disse il melo, “se davvero ti impegni, puoi fare mele deliziose. Guarda com’è facile.”

“Non ascoltarlo”, intervenne il cespuglio di rose, “e guarda come siamo belle noi!”

L’albero disperato provò a seguire ogni consiglio. Cercò di produrre mele e far sbocciare rose, ma, non riuscendo, a ogni tentativo si sentiva sempre più frustrato. 

Un giorno un gufo arrivò nel giardino.

Era il più saggio di tutti gli uccelli e vedendo la disperazione dell’albero esclamò: “non ti preoccupare. Il tuo problema è lo stesso di tanti esseri umani! Ti darò io la soluzione: non passare la tua vita ad essere ciò che gli altri vogliono che tu sia. Sii te stesso. Conosci te stesso e per far ciò ascolta la tua voce interiore.” Poi il gufo scomparve.

“La mia voce interiore? Essere me stesso? Conoscere me stesso?”

L’albero disperato pensava tra sé e sé alle parole del gufo quando all’improvviso comprese. Si tappò le orecchie e aprì il suo cuore e sentì la sua voce interiore che gli stava dicendo: “Non darai mai mele perché non sei un melo, e non fiorirai ogni primavera perché non sei un cespuglio di rose. Tu sei una Sequoia e il tuo destino è crescere alto e maestoso. Sei qui per offrire riparo agli uccelli, ombra ai viaggiatori, bellezza al paesaggio! Tu hai questa missione, seguila!”

A queste parole l’albero si sentì forte e sicuro di sé e cessò ogni tentativo di diventare qualcun altro ed esattamente quello che gli altri si aspettavano da lui. In breve tempo riempì il suo spazio e divenne ammirato e rispettato da tutti. Ma soprattutto, divenne felice.


Se ti riconosci in queste parole e senti che è il momento di iniziare un percorso verso la tua crescita personale, sono qui per accompagnarti. Il programma “Trova il tuo valore” ti offre gli strumenti per riscoprire chi sei e vivere una vita più autentica e appagante.

🌟 Clicca qui per scoprire i pacchetti o contattami per avere maggiori informazioni. Ogni grande cambiamento inizia con un primo passo, fallo insieme a me!

Lascia un commento