“Sebbene fossi preparata al fatto che avresti cambiato carattere con l’adolescenza, una volta avvenuto il cambiamento mi è stato molto difficile sopportarlo. All’improvviso c’era una persona nuova davanti a me e questa persona non sapevo più come prenderla.”
Susanna Tamaro
Il termine adolescenza deriva dal latino adolescentia con cui nell’antica Roma si indicava il periodo di vita compreso tra i 17 e i 30 anni; l’etimologia è quella del verbo adolescere, che significa crescere.
Recenti studi fanno coincidere l’adolescenza con il periodo che va dai 10 ai 24 anni, arco temporale durante il quale si verifica un enorme cambiamento fisico, cui dovrebbe corrispondere una trasformazione psichica, determinante per la nuova identità del giovane adulto.
Si tratta di un periodo di vita che può essere paragonato a un vero e proprio tsunami: non solo si assiste alla separazione da ciò che si era, dal mondo rassicurante dell’infanzia, in cui le dinamiche relazionali erano essenzialmente familiari, ma anche alla costruzione di un’identità nuova, con la formazione di una realtà interna più complessa e di un diverso modo di pensare e di rapportarsi agli altri.
In questa fase gli adolescenti si trovano ad affrontare crisi fisiologiche legate al cambiamento e alla crescita, ma, a volte, grandi difficoltà che possono sfociare in depressioni.
In questo capitolo esploro il significato della crisi adolescenziale e i fattori di rischio che possono determinare l’insorgere della depressione, con la descrizione di alcuni dei suoi sintomi.
Personalmente, ritengo che la radice del buio che moltissimi adolescenti si trovano ad affrontare sia da ricercare in un grande vuoto, una immensa solitudine che imprigiona i ragazzi oggi.
Indice
La crisi adolescenziale
Il termine crisi deriva dal verbo greco Krino che significa separare, facendo riferimento a un momento di passaggio, in cui c’è un prima e un dopo.
Ogni adolescente è chiamato ad affrontare la propria crisi, con il suo carico di confusione, di smarrimento, di sofferenza; c’è un senso positivo, però, in questo momento di separazione e passaggio, in quanto rappresenta un presupposto necessario per il rinnovamento e per la trasformazione evolutiva.
Quando un adolescente si ritrova in questo tempo sospeso in cui nulla è come prima e mancano le indicazioni chiare e certe sulla strada da seguire, mentre cerca di riorganizzare tutto il suo modo di essere, mostrerà segni di tristezza, ansie, incertezze, stati emotivi fisiologici e nella norma.
È il processo di separazione, la crisi adolescenziale che provoca nel giovane queste risposte emotive; emozioni che, se accolte e integrate, se ascoltate e gestite, guidano l’adolescente alla formazione di una nuova identità.
Potrà succedere che per una delusione amorosa avrà un calo nel rendimento scolastico, che si ritrovi a contrastare i genitori più spesso e in modo più aspro per affermare la propria libertà, o che cambi modo di vestire cercando un’originalità che gli permetta di scoprire cosa sta diventando.
Tutti questi segnali sono sintomi della sua ricerca di un’identità che cerca di delinearsi, ma è ancora sconosciuta.
Quando la crisi diventa patologica?
Quando i tentativi dell’adolescente di trovare sé stesso, in una nuova relazione con il mondo esterno, falliscono e lui si ritrova smarrito, carico di rabbia, odio e anaffettività, in una ribellione malata e distruttiva, che può essere manifesta o silente.
Il suo corpo cambia e cresce, ma la sua realtà psicologica resta indietro, incapace di gestire e di far fronte al carico emotivo della crisi.
Quando l’adolescente non riesce a compiere questo passaggio evolutivo dell’identità?
Quando risulta carente delle basi affettive che gli consentirebbero di affrontare il cambiamento, perché, nel corso dell’infanzia, non ha avuto esperienze relazionali adeguate alla sua sensibilità psicologica, che hanno finito per indebolire la sua realtà interna.
Un adolescente che vive la crisi in modo patologico, è stato un bambino che non ha potuto acquisire una sicurezza interna, un adeguato amor proprio e una sana socialità. È solo. Nonostante il gruppo di amici e la presenza fisica di adulti nella sua vita, un adolescente che non è stato amato, visto, sentito nella sua essenza, sperimenta un vuoto immenso, perché la sua identità è frammentata, debole, evanescente.
I fattori di rischio
Sono stati individuati numerosi fattori di rischio per l’insorgere della depressione in adolescenza. È importante rilevare come non sia il fattore di rischio in sé a determinare l’insorgere della depressione, ma la risposta psichica del bambino all’evento.
I principali fattori di rischio sono:
- La presenza nei genitori di una malattia mentale. In questo caso il bambino si ritroverà a ricevere poche attenzioni, scarso interesse o vivrà relazioni prive della serenità necessaria al suo sviluppo.
- La depressione post partum della mamma. Una donna che per il suo vissuto irrisolto non ha mantenuto una solidità interna, alla nascita di un figlio può sentirsi incapace di rispondere alle continue richieste del bambino che, invece, ha assoluto bisogno della sua presenza fisica, mentale e affettiva.
- La separazione dei genitori. Se avviene in modo brusco, con strascichi di rabbia e con atteggiamenti di ripicca e rivalsa tra i genitori, un bambino può essere schiacciato dalla situazione.
- Continui litigi, rapporti violenti e aggressivi tra i genitori. Il clima nel quale il bambino si ritrova in questi casi è privo della stabilità e della sicurezza che gli permette di sentirsi protetto.
- Molestie e abusi sessuali. Questi casi drammatici hanno un effetto devastante e distruttivo sulla realtà interna del bambino.
- Atti ripetuti di bullismo. Il bambino che non riesce a difendersi e a sottrarsi agli insulti, alle violenze e alle prese in giro umilianti, con il tempo può sviluppare un senso di colpa annichilente.
Possiamo dire che dietro ogni fattore di rischio si cela una relazione deludente con qualcuno, soprattutto con le figure accudenti, che è stato ripetutamente assente o violento nei confronti del bambino. Un bambino lasciato solo diventa un adolescente che non ha costruito una base sicura, che non ha le risorse interne necessarie per affrontare la grande sfida della crescita.
I sintomi della depressione nell’adolescenza
Un adolescente è un bambino che si sta trasformando in adulto e in questo passaggio sperimenta incertezze, paure, cambiamenti, dubbi, tante novità.
A volte diventa difficile comunicare con loro: si chiudono in camera, evitano il dialogo rispondendo a monosillabi, giocano con i videogiochi tutto il giorno, stanno incollati al telefono. Questa è la fase delle ribellioni, dell’apatia, dei musi lunghi, dei silenzi prolungati, dell’insoddisfazione.
Noi adulti, i genitori in primis, abbiamo il compito di interpretare il loro malessere, per capire se da fisiologico e momentaneo si trasforma in qualcosa di più, in una sofferenza che il ragazzo non riesce a sopportare, a oltrepassare, trasformandosi in depressione.
In questa fascia d’età la depressione non si presenta con i sintomi classici con i quali si manifesta nell’adulto, ma in modo variegato, sfumato, per questo è indispensabile che ai primi segnali, anche soltanto nel dubbio che un ragazzo stia affrontando un malessere troppo grande per lui, bisogna rivolgersi ad un esperto, chiedendo l’aiuto che gli serve.
Noia, nervosismo, atteggiamento oppositivo, stanchezza, rabbia, assenze prolungate da scuola, cambiamenti nel sonno e nell’appetito, sintomi somatici, ansia e attacchi di panico sono manifestazioni che possono nascondere uno stato depressivo in atto.
I sintomi più evidenti sono l’umore depresso, l’irritabilità, l’agitazione psicomotoria, l’apatia fino alla totale perdita di interesse per ogni cosa.
Spesso un adolescente depresso si isola, perché non si sente capito, non riesce più a condividere spazi e momenti con gli altri.
Sono frequenti i comportamenti autolesivi come tagliarsi, graffiarsi, pizzicarsi, sintomi che hanno la funzione di rispondere a sensi di colpa di varia natura.
Un adolescente può cercare di fuggire al malessere che prova rifugiandosi nell’alcol o nell’uso di sostanze: questi disturbi del comportamento sono manifestazioni di una possibile depressione, per tanto non andrebbero etichettati e bollati come una forma estrema di ribellione, ma affrontati come spie dell’enorme disagio che il ragazzo sta vivendo.
Se osservi uno o più di questi sintomi in qualcuno che conosci è importante cercare l’aiuto di un professionista della salute mentale.
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