Rotta.
Io sono rotta.
Rende meglio di spezzata.
Perché non c’è soltanto un punto, un angolo, un femore o un sogno caduto e andato in pezzi.
Ci sono frammenti sparsi.
Calcina e schegge di ingenuità disperse ovunque.
Talmente rotta da risultare inservibile.
Talmente frantumata da non poter ricomporre i respiri.
C’è bellezza in questo sfacelo.
C’è consapevolezza.
C’è la poesia intensa, cruda, dei giorni dopo una guerra.
Dovrò rialzarmi.
Lo so. Lo sento e lo voglio.
Ma aspetto ancora.
L’alba non mi ferirà con raggi inopportuni.
Questa notte saprò riposare.
Rotta e inutile,
veglierò sui sogni che sento arrivare.
Margherita Roncone