Fai ogni giorno dei passi avanti verso i tuoi sogni. Quando i pensieri limitanti si affacciano, lasciali andare. Trattieni la gratitudine per ciò che sei, per chi puoi diventare, lo slancio per ciò che desideri. Tu sei il padrone del tuo destino. Questo momento ti appartiene, incamminati. La vita ti aspetta!
Margherita Roncone
Sei qui.
Seme lanciato dal destino in un angolo di mondo che conosci bene: i tuoi genitori, la casa in cui sei nato, gli insegnanti, il tuo quartiere, i conoscenti che incroci quando fai la spesa, gli amici, il lavoro, gli amori.
Quanto del tuo tempo ti appartiene?
Quanto dello spazio che occupi è davvero tuo?
Guardati intorno, adesso, prima di rispondere. Fallo con sincerità, come se vedessi tutto davvero per la prima volta.
Scendi nella nuda terra dalla quale ti sei sentito protetto fino ad ora, ma che probabilmente ti ha anche impedito di sbocciare.
E ascolta ciò che arriva.
Non c’è luce; ci sono radici che nutrono appena; il tuo respiro riecheggia nell’assenza. Sei rannicchiato lì, in attesa, con la paura di affrontare il mondo fuori da solo.
La Primavera non ti troverà se non sei tu a volerla.
Allora incomincia da una semplice domanda e promettiti di ascoltare con il cuore aperto la risposta:
COME STAI?
Soltanto tu puoi rispondere, perché tu abiti il tuo cuore, indossi la tua pelle, hai camminato con i tuoi piedi fino qui. Magari adesso non sai come proseguire.
Probabilmente hai deciso di nasconderti ancora per evitare di affrontare ciò che non vuoi sentire. Ma è soltanto attraversando gli strati di roccia, le zolle di terra più dura, il gelo del lungo inverno che puoi darti il permesso di sbocciare.
Allora torniamo da te, per stare con te.
Ascoltare il corpo
Uno dei modi attraverso i quali puoi capire come stai è ascoltare i messaggi che arrivano dal corpo.
Il corpo c’è sempre, da sempre.
Quando nasciamo, quando avviamo i primi passi, quando litighiamo, quando siamo felici, mentre facciamo l’amore o piangiamo o lavoriamo.
I sintomi somatici sono fari che guidano all’incontro con sé stessi, con il nostro sentire più profondo.
Hai bisogno di tornare a casa, di ascoltare il tuo corpo nel qui e ora.
Fermati con me.
Come stai adesso?
Cosa provi e dove lo collochi nel tuo corpo?
Cosa accade? In quale parte avverti la sensazione?
Quanto è profonda?
Che cosa suscita in te?
Spesso ciò che impedisce di dare risposta alla domanda: “Come sto?” è il senso di colpa.
La colpa si insinua tra le scapole, sulla schiena, in fondo al cuore, nelle ossa, sullo stomaco e ci trasmette dei segnali di malessere che vanno ascoltati.
È nata tanto tempo fa, quando ti sei sentito non visto, inopportuno, incapace, immeritevole, sbagliato; quando hai provato a scoprire chi sei e cosa desideri, ma ti hanno detto che tutto ciò che conta è essere accettato, integrato. E per farlo hai messo a tacere il tuo Sé più autentico.
Dare voce alle memorie emotive del corpo dona una nuova consapevolezza, apre un varco nella buia terra in cui ti sei nascosto, per far entrare l’azzurro che ti chiama.
Sono qui, accanto a te.
Sistemati in una posizione comoda, in un luogo tranquillo.
Cerca intorno a te le risorse che ti danno sicurezza: un profumo familiare, una coperta, una tazza.
Respira e presta attenzione a come ti senti.
Sei teso? Pronto a scattare?
Stanco, senza energia?
Triste o arrabbiato?
Prendine nota, semplicemente.
In qualsiasi stato ti trovi va bene, accoglilo.
Inspira ed espira.
Dove avverti la sensazione? In quale parte del corpo? Porta una mano sulla zona che ti comunica lo stato emotivo.
Se arriva un’immagine, un ricordo lasciali fluire.
Continua a stare con le sensazioni che avverti.
Ora espandi il respiro, portalo in tutto il corpo.
Se ne senti il bisogno fai piccoli movimenti con il collo, con le mani, le caviglie, le spalle.
Stai dicendo a te stesso: sento ciò che arriva e posso accoglierlo liberamente.
Sperimenta tutte le sensazioni corporee del tuo esserci, qui e ora.
Circondati con le braccia in un abbraccio di compassione, di presenza.
Senti che ci sei, sei con te, riconnesso.
Stai con tutto il piacere del riabitare in te, con la fiducia che ogni messaggio che arriva dal tuo corpo è un atto d’amore per te.
Tra colpa e responsabilità
La sofferenza che hai provato fino ad ora non è colpa tua. Non l’hai scelta, non hai deciso cosa sarebbe accaduto nella tua storia personale. Non hai avuto potere sul tuo inconscio che ha incamerato e cristallizzato le tue esperienze per proteggerti.
Magari stai lì a incolparti di tutto.
Il critico dentro di te ti dice che in fondo te lo te lo meriti quel dolore. Che non sei capace di fare di meglio. Che il problema sei tu.
Il senso di colpa è il risultato di come hanno giudicato i tuoi errori, le cadute, le trasgressioni con le quali hai cercato di capire chi sei, di dare contorni alla tua identità.
E sulla base di quegli indici puntati hai costruito le tue convinzioni. Il tuo corpo poi le ha memorizzate, trasformandole in blocchi, fastidi, disfunzioni.
Ma la colpa affonda le radici in processi psichici remoti e ora esiste soltanto nella tua testa, scollegandoti da te stesso e dal mondo esterno, alimentando il senso di inadeguatezza e la vergogna, l’ansia di non essere abbastanza.
Per questo continui a nasconderti.
Ora puoi mettere in luce i sentimenti, i rimorsi, le aspettative, andando alle radici del tuo senso di colpa per sostituirlo con una rinnovata responsabilità.
Assumersi la responsabilità vuol dire abitare sé stessi, rendersi abili nel rispondere alla vita, cercare la spinta per uscire dalla terra in cui ti sei rinchiuso e modificare ciò che non ha funzionato.
La colpa non ti spinge a cercare la serenità, perché ti porta a pensare di non meritarla. Il corpo dissente, ti manda segnali, ma se alimenti il senso di fallimento non riesci a coglierli.
Torna a te.
Smetti di ascoltare le voci giudicanti nella testa, di soccombere all’indice puntato sul tuo cuore.
La colpa di tutto ciò che ti è capitato nella tua storia personale non è tua. La responsabilità di come reagisci adesso, di cosa lasci andare e cosa decidi di cambiare per occuparti di te per sbocciare, lo è.
Tua e di nessun altro.
Sei qui. Sei pronto ad aver cura di te?
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