A tutti piacerebbe la reputazione di essere generosi, e a tutti piacerebbe comprarla a buon mercato
Mignon McLaughlin
L’etimologia della parola generosità racchiude una connessione profonda tra la ragione e il mondo emotivo: “chi ha un nobile temperamento e grande cuore”.
Chi è generoso, dunque, lo è per una questione di intelletto, di personalità, di scelta potremmo dire. Ma lo è anche istintivamente, per tutte le ragioni che appartengono al cuore che, si sa, non processa i suoi moti, ma li sente e li trasmette.
Esiste una misura della generosità?
Se da un punto di vista umano, questa virtù è disinteressata e ha la sua motivazione nella nobiltà d’animo di chi la possiede, in psicologia nulla è disinteressato, poiché ogni nostro comportamento produce un effetto, interno ed esterno.
Tra gli effetti interni può esserci il soddisfacimento di un bisogno o una qualche forma di ricompensa.
Negli effetti esterni, l’eccessiva generosità può creare situazioni di disagio, relazioni sbilanciate che soffrono di incomprensioni e risentimenti.
Approfondiamo.
Indice
- Il tranello della mancata reciprocità
- I bisogni nascosti nella generosità
- La misura della generosità
Il tranello della mancata reciprocità
Bisogna sapere qual è il limite nel dare. Perché l’altro non conosce limiti nel ricevere
Mario Venuti
La generosità è una caratteristica positiva e desiderabile: a chi non piace sentirsi definire come una persona generosa? È una condotta prosociale, che ha lo scopo di migliorare il benessere degli altri e ha, alla base, la capacità di provare empatia, di mettersi nei panni dell’altro, nei suoi pensieri e nelle sue emozioni.
Cosa penseresti se ti dicessi che, invece, l’eccessiva generosità potrebbe danneggiare la persona verso cui è rivolta e, nonostante mossa da intenzioni positive e sane, potrebbe portare alla rottura di una relazione? Vediamo come.
La prima volta che fai qualcosa per qualcuno e ti attivi per aiutarlo, economicamente, spiritualmente o in qualsiasi modo, generi in lui la gratitudine.
Lo leggi nei suoi occhi, nel sorriso che ti rivolge, nella sorpresa magari con cui accoglie il tuo gesto di generosità. Se c’è una relazione tra di voi potrebbe essere rafforzata dalla tua disponibilità e creare una maggiore sintonia, un clima di benessere che tu hai attivato e che l’altro alimenta mostrandosi grato.
Quando la tua generosità viene agita di nuovo, con la stessa persona, la gratitudine si trasforma in aspettativa: quella persona incomincia a pensare di poter contare su di te e, davanti alle nuove difficoltà, attenderà il tuo intervento, aspettando di ricevere ancora quello che gli hai dato. Le aspettative, infatti, sono il risultato di una combinazione tra esperienze vissute, ambiente circostante e desideri personali: sono una previsione volta ad anticipare ciò che verrà.
La volta successiva, quando torni ad essere generoso, crei nell’altro la convinzione di meritare il tuo aiuto. Dalla gratitudine iniziale, passa al considerare il tuo intervento quasi dovuto, vuole continuare a ricevere perché sente di meritarlo. A questo punto l’ago della bilancia, inavvertitamente, si sposta: la parte predominante è chi assorbe l’energia della tua generosità, facendoti sentire in debito con lui. La relazione incomincia a risentire dello squilibrio energetico che si sta verificando.
Ancora oltre, se la tua generosità non ha un limite, si creerà una vera e propria dipendenza. La persona che sta ricevendo il tuo aiuto ormai non può più farne a meno, non cerca le risorse per superare la difficoltà dentro sé stesso, ma ripone tutto in te. La relazione si è ammalata.
L’ estrema conseguenza di questo eccesso di generosità è la tossicità della relazione: per quanto tu possa essere disinteressato e sempre disponibile nel dare aiuto, potrebbe succedere, prima o poi, che tu non riesca a soddisfare il bisogno dell’altro, generando in lui, ormai dipendente, rancore e risentimento.
Potresti covare la stessa acredine, per la mancanza di comprensione e reciprocità, alimentando il malessere del rapporto.
La generosità è indubbiamente una virtù, un moto dell’anima che accorda mente e cuore per il bene di un’altra persona. Ma se davvero vogliamo il bene dell’altro, dobbiamo permettergli di attivarsi per cavarsela da solo, per trovare le risorse interne in modo da poter contare su sé stesso. E se vogliamo il nostro bene, dobbiamo saper dire di no, davanti a richieste eccessive della nostra energia e del nostro tempo.
I bisogni nascosti nella generosità
Ti sei mai chiesto cosa si nasconda dietro la tua generosità? Quando fai qualcosa per gli altri, soprattutto se non riesci a dire di no all’istinto di aiutarli, è bene che ti soffermi sui bisogni alla base del tuo altruismo. L’eccesso di generosità, infatti, può celare parti di te che chiedono di essere ascoltate.
Potresti essere spinto a essere troppo generoso dal bisogno di tacitare un antico senso di colpa che, non potendo essere sanato in modo diretto, si trasforma in una eccessiva disponibilità verso chiunque.
O potresti usare la generosità perché temi il giudizio degli altri, o di essere escluso.
Potresti essere motivato dal bisogno di diventare il riferimento di qualcuno e legarlo a te.
O, ancora, potresti essere troppo generoso perché rifiuti una parte di te che non accetti, per non sentirti sbagliato e per diventare più buono e giusto ai tuoi stessi occhi.
Qualunque cosa si stia nascondendo dietro il tuo voler aiutare gli altri con una eccessiva generosità, va individuata e ascoltata. Non c’è nulla di sbagliato nell’agire anche con queste intenzioni: fanno parte di una fase della tua crescita personale. Ciò che conta è rendersene consapevoli, in modo da riequilibrare il tuo modo di dare agli altri, cercando di dare prima di tutto a te stesso.
La misura della generosità
Esiste dunque una misura della generosità: è data da una vera connessione tra mente e cuore, da un’attenzione profonda e vera dei tuoi bisogni, prima ancora che di quelli degli altri.
“Non puoi regalare qualcosa che non hai.
Se vuoi donare gioia, la gioia deve abitare prima nel tuo cuore.
Se vuoi portare dolcezza nella vita di un altro, dovrai imparare a essere tenero con te.
Se vuoi dare fiducia a chi cammina al tuo fianco, dovrai prima credere in te stesso.
Se vuoi far volare i sogni di qualcuno, dovrai dare respiro ai tuoi.
Se vuoi nutrire chi ami, parole, cibo o tempo, dovrai imparare a essere pane per te stesso.
Se vuoi avere cura di un’altra persona, dovrai prenderti cura di te.
Se vuoi dare coraggio, ascolta le tue paure e trasformale in possibilità.
Se vuoi fare della tua vita un dono, impara a essere presente per te stesso:
sii per te il sorriso più bello,
la mano protesa,
l’amico che resta.”
(Margherita Roncone)
Se vuoi che la tua generosità sia matura e sana, parti da te. Sii generoso con il tuo tempo, con i tuoi bisogni, con i tuoi desideri profondi. Ascoltati e accogliti. In questo modo, con la mente lucida e il cuore colmo, potrai essere generoso con chi condivide un tratto di strada con te e rendere il vostro percorso luminoso e autentico.