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Ritrovare la propria casa interiore

Ritrovare la propria casa interiore: un viaggio di ascolto e accettazione

Voglio invitarti a passeggiare con me. Dove andiamo? Nei giardini segreti della tua anima, dove è la tua casa: lì dove cessa ogni tentativo di fuga.

Ferma la tua corsa quotidiana, tutto può aspettare. Perché mentre corri tra i mille impegni che ti sembra abbiano la priorità, non riesci più a sentire cosa vuoi davvero. Così che tutto diventa terribilmente urgente, importante, da non rimandare, ma lo vivi a metà, perché la parte più vera di te si sta perdendo per strada. 

Allora rallenta. Affacciati al tuo mondo interiore. Concediti un momento per tornare a casa. Fai un respiro, un altro ancora. Lascia cadere le spalle, rilassa il corpo. Chiudi gli occhi un istante, prima di proseguire la lettura. 

Indice dell’articolo

Ascoltati

“A che ti giova insegnare agli altri, se intanto tu per primo non ascolti te stesso?”

Francesco Petrarca

Incontro spesso persone piene di impegni che, quando domando loro come stiano, mi rispondono: “Come sto? Non lo so… sto!”

Capita anche a me, in alcune giornate particolarmente frenetiche, di arrivare a sera e rendermi conto di non aver avuto il tempo di mangiare, di avvertire i miei bisogni primari. Mi capita di non ascoltarmi. Così la stanchezza che sento è venata di frustrazione, perché in tutto quel correre ho perso di vista cosa conta davvero.

Tu come stai? Fermati adesso mentre leggi, concediti un momento per ascoltarti.

Ascoltare te stesso è la chiave che conduce nei giardini dell’interiorità, dove puoi cogliere ciò che desideri davvero, ciò che ti manca, ciò che non ti appartiene più e va lasciato andare. Sapersi ascoltare sembra una cosa semplice da fare, eppure non lo è. Richiede una scelta precisa, un atto di volontà: significa riportare l’attenzione dentro di sé per fare luce su ciò che proviamo, sui pensieri che formuliamo, sulle emozioni che ci abitano e le sensazioni che arrivano dal corpo. 

Significa fermarsi e dare a sé stessi la priorità. Siamo talmente abituati a dover dimostrare chi siamo, a dare la precedenza a ciò che gli altri si aspettano da noi o a ciò che noi stessi abbiamo finito per considerare una prova del nostro valore, da non riconoscere più la nostra pelle: nuda, vera, essenziale. Eppure noi siamo le persone più importanti della nostra vita.

Ascoltare te stesso significa rimetterti al centro, facendo tacere tutto ciò che può condizionarti. 

Vuol dire darti il permesso di mettere in discussione le tue convinzioni, le scelte che hai fatto e che magari non senti più tue, concederti la possibilità di cambiare idea, di domandarti cosa vuoi davvero, accettando di poter sbagliare. A volte ascoltarsi fa paura, anche se non lo ammettiamo. Perché apre la strada al cambiamento, al rischio, a nuovi orizzonti da esplorare. E agli inevitabili errori lungo la via.

In un mondo in cui ogni cosa deve avere il suo posto e essere perfetta, chi sbaglia paga lo scotto di una nuova insicurezza, del senso di solitudine e di inefficienza. Ma è davvero questo il senso dell’errore? Se non sbagliassimo rimarremmo fermi, come acqua stagnante e senza vita. Una frase bellissima di Khalil Gibran recita: “Il canto del mare termina sulla riva o nei cuori di chi l’ascolta?” 

Tu sei chiamato al mare. Ascolta il suo canto dentro di te. Dovrai fare silenzio, mettere a tacere tutte le idee su te stesso che ti sei creato o che ti hanno raccontato, per ritrovarti e inventarti ancora. Datti il permesso di rischiare e di commettere errori. L’errore è una grande opportunità per il cambiamento. Io personalmente ho sbagliato molte volte nella mia vita. Da principio sono arrivati i sensi di colpa a sbarrare la strada al potenziale racchiuso in quegli errori.

Mi sono data tempo e uno spazio di ascolto per ritrovarmi. Ho capito che mi sentivo in colpa perché non volevo deludere le aspettative di chi mi aveva educata alla ricerca della perfezione e perché non volevo mostrarmi fragile. Poi è arrivata la comprensione. Ogni errore è stata una liberazione: ho tolto, una per una, tutte le maschere che indossavo e che mi impedivano di riconoscermi. Sono tornata a casa, lì dove non ho bisogno di fingere d’essere altro, se non me stessa. 

Tu dove sei? 

Cosa ti impedisce di ascoltarti?

Quali errori vuoi evitare?

Sei pronto a metterti in cammino per riconoscerti e diventare pienamente te stesso?

Incomincia:

  • Regalati tempo. Anche piccole pause, brevi parentesi di silenzio e solitudine. Prendi appuntamento con te e datti la priorità.
  • Trova il tuo posto sicuro. Cerca uno spazio fisico nel quale ti senti a tuo agio.
  • Entra in contatto con te stesso. Usa i sensi per connetterti nel qui e ora: cosa vedi che ti piace? Quali suoni riesci a cogliere? Cosa puoi toccare? Poi, concentrati sul respiro. Chiudi gli occhi ed entra nel tuo giardino interiore. resta con te.
  • Inizia ad ascoltarti. C’è un’emozione che riconosci? lascia fluire i pensieri senza trattenerli, riporta l’attenzione su ciò che affiora dentro di te.
  • Sentiti libero. Sei in compagnia di te stesso, nella tua casa. Nessun giudizio, nessun timore, soltanto la meraviglia di stare con te.

Perdonati

Quando ti ascolti davvero, profondamente e senza giudizio, impari a perdonarti. Cosa significa perdono? La parola viene dal latino medievale per-donare, che, nella sua radice, significa donare completamente, senza condizioni. 

È un dono a sé stessi, senza gli strascichi dovuti a sensi di colpa e la frustrazione di non essere stati all’altezza delle aspettative: io dono a me stesso la comprensione e la possibilità di andare oltre, per crescere e migliorare.

Come puoi imparare a perdonarti?

  • Contestualizza il tuo errore: ricorda a te stesso che le tue azioni sono spesso il risultato del contesto in cui hai agito, e, probabilmente, la scelta che hai ritenuto più giusta e funzionale in quel momento. Il senno di poi col quale ti giudichi non ti aiuta.
  • Il rimorso non cambia il passato, ma, invece, considerare l’errore come un’occasione per migliorarti può cambiare il tuo presente, dandoti nuovo slancio per il futuro.
  • Ricorda che, prima o poi, chiunque può commettere un errore. Questo ti permetterà di essere più comprensivo verso te stesso e gli altri. 
  • Guarda in modo nuovo le tue debolezze, sono il seme della tua evoluzione.

Amati

Smetti di sfuggirti e cercati. Fai pace con i tuoi errori e ascolta il canto del mare. Sei chiamato a crescere, a diventare la versione migliore di te stesso. Se ti ami.

Per amarsi, occorre mettersi al centro del proprio universo, dedicarsi tempo e piccole attenzioni, accogliersi interamente.

C’è stato un tempo in cui ho creduto di amarmi. Dedicavo molta cura al mio aspetto esteriore e cercavo di essere vicina all’idea di perfezione che mi è stata inculcata quando ero una bambina. Mi riempivo la giornata di mille attività, convinta che mi piacessero e finivo per anteporre i bisogni degli altri ai miei, perché, in quel modo, pensavo di avere uno scopo.

Poi sono arrivati gli errori, le cadute che mi lasciavano tremante e sola. A mancarmi ero io. Allora sono tornata a prendermi per mano. Mi sono spogliata di tutti gli indumenti che avevo finito per indossare per piacere agli altri, per sentirmi accettata, amata. Ho ritrovato la mia pelle e tutta la mia meravigliosa fragilità.

Ho ascoltato la bambina che chiedeva rassicurazioni e usava la condiscendenza per essere vista. 

Ho dato voce alla donna che inseguiva un sogno non suo e si accontentava delle briciole, pur di essere approvata. 

E ho ascoltato la mia anima senza tempo, per capire chi sono e cosa voglio divenire. 

Ho compreso che non mi ero mai amata, semplicemente perché non mi ero mai riconosciuta.

Adesso sono in cammino. Con te, se vorrai. Incamminiamoci verso casa, lì dove cessa ogni tentativo di fuga; lì dove possiamo diventare pura meraviglia.

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