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Trasforma il tempo contato in tempo contatto

“Devo liberarmi del tempo e vivere il presente, giacché non esiste altro tempo che questo meraviglioso istante”

Alda Merini

Non è facile definire cosa sia il tempo, ognuno ha la propria personale percezione del suo scorrere. 

Oscilliamo tra la nostalgia per ciò che è perduto, il rimorso per ciò che vorremmo cambiare, le aspettative su ciò che vorremmo accadesse, i sogni che vorremmo realizzare. E in questa altalena, spesso perdiamo di vista il presente, dimenticando il vero senso del tempo.

Indice dell’articolo

Tempo contato

In che rapporto sei con il tuo tempo? Ti ritrovi a fine giornata pensando di averlo sprecato oppure senti di non averne avuto abbastanza? Hai la sensazione di inseguire le lancette dell’orologio come in una corsa frenetica o tendi a procrastinare, rimandando, tutto ciò che puoi fare, a un “dopo” privo di connotazioni precise? 

La misurazione del tempo è una delle maggiori cause di problemi psicosomatici e di stress negativo. Eppure, per quanto possa da principio sembrarci liberatorio, immaginare un orologio senza lancette ci fa sentire spaesati, persi, bloccati in una dimensione senza contorni precisi, nell’incertezza di un attimo che si allunga a dismisura.

Il tempo contato è la prigione dell’uomo moderno, che ha perso la noia, il silenzio, il dialogo con sé stesso, per riempire gli attimi di tutto, fuorché di senso. Saturare il tempo ci permette di non sentire le emozioni, di non esporci alla riflessione, al dubbio, alla domanda: “Come mi sento?”.

Nella musica, è la pausa all’interno della melodia che dà senso al resto: è indispensabile per reggere il discorso musicale. Sei capace di prenderti un momento di pausa, una parentesi sospesa nel tempo contato, che sia tua e ti metta in connessione con te stesso?

Il nostro rapporto con il tempo è condizionato da molti fattori: età, cultura, contesto. La società in cui viviamo ci influenza moltissimo in questo senso. L’accelerazione dei processi produttivi e sociali, ci porta alla corsa ansiosa del dover fare tutto da ogni luogo e in ogni momento: bisogna essere produttivi, sempre attivi, sempre presenti, dimenticando il vero senso della presenza, che è, invece, la capacità di mettersi in sintonia con il proprio campo di coscienza.

Vivere nel passato

Quando il nostro sguardo è continuamente rivolto al passato, le emozioni che ci abitano sono la nostalgia e il rimpianto. Questo non ci consente di esprimere la parte creativa, quella che ci spinge a immaginare nuovi orizzonti, che stimola il desiderio e le potenzialità.

Se, poi, a bloccarci nel passato è un trauma, può accadere che tendiamo a riattualizzarlo, finanche a rivivere le situazioni antiche cristallizzate, privandoci della guarigione che ci permetterebbe di affrontare il presente con nuove risorse e scelte diverse.

Ostinarsi a restare nel passato ci porta a rimuginare su qualcosa che non può essere modificato, sprecando energia inutilmente e caricandoci di rimorsi e sensi di colpa che penalizzano il presente.

Certo, ci sono momenti in cui un ricordo può chiamarci con particolare intensità, e allora torneremo a percorrere i momenti vissuti o a richiamare alla mente un volto a noi caro: rivivere il passato per brevi attimi ci può consentire di essere grati per ciò che è stato o, nel caso in cui la memoria ci riporti a un errore commesso, può permetterci di imparare la lezione e tornare nel qui e ora con maggiore consapevolezza.

Il punto è proprio questo: nessun passato ha un senso senza un presente a cui fare riferimento, ed è qui che dobbiamo tornare, per vivere pienamente.

Tu dove sei?

Vivere nel futuro

Ricevo molte persone, nel counseling, che vivono proiettate nel futuro, anticipando nella testa situazioni ed eventi e, per questo, caricandosi di ansia e angoscia.

Spesso sono i ragazzi ad avere le maggiori difficoltà, probabilmente perché, in un mondo che cambia continuamente, sottoposti a innumerevoli stimoli, sentono il bisogno di controllare la loro vita. E cosa c’è di più imprevedibile del futuro?

L’intolleranza dell’incertezza, il timore dell’imprevisto, spingono a vivere nel futuro, cercando di anticiparlo nella testa e alimentando l’ansia. 

Certo, ci sono situazioni in cui non soltanto è normale immaginare cosa potrebbe accadere nel futuro, ma è anche indispensabile per farci trovare pronti: pensiamo a un lungo viaggio che richiede i giusti preparativi, o a un colloquio di lavoro che richiede una preparazione precisa.

È quando la nostra vita si sposta in un futuro che non possiamo conoscere ma che vorremmo controllare, con un carico di emozioni come ansia, paura, angoscia, senso di incapacità, stress negativo, che iniziano le difficoltà.

Vivere nel futuro ci sottrae dal momento presente, che scivola sulle lancette dell’orologio senza che possiamo afferrarlo, per viverlo pienamente.

Tempo contatto

Quello che possiamo fare, per vivere pienamente, è passare dal tempo contato al tempo contatto.

Dobbiamo imparare innanzi tutto a diventare consapevoli di cosa sentiamo. Se i pensieri ci portano nel passato o ci proiettano nel futuro, prestare attenzione alle nostre emozioni, entrare in contatto con la nostra parte profonda, ci connette al qui e ora.

Il primo grande passo è quindi diventare presenti, con uno sforzo volontario dell’attenzione cosciente.

Come?

  • Porta l’attenzione sul respiro.

Adesso, concentrati sull’aria che entra e esce dal naso, chiudi gli occhi e respira. Se arriva qualche pensiero, lascialo scorrere, riportata l’attenzione su ogni respiro. 

  • Renditi consapevole del tuo corpo.

Domandati cosa senti. Sei rilassato o teso? Concentra l’attenzione su ogni parte del tuo corpo: incomincia dalla testa, poi le spalle, il torace, fino a sentire i piedi. Prendi atto di cosa provi, senza giudicare, e porta il respiro in quell’area.

  • Concentrati nelle piccole azioni quotidiane.

Qualunque cosa tu stia facendo, diventa quella azione. Se stai lavando i piatti, porta l’attenzione sulla temperatura dell’acqua, sulla consistenza della schiuma, sul rumore della spugna a contatto con il bicchiere. Guarda ciò che fai, diventa consapevole delle sensazioni che provi, porta l’attenzione sui particolari.

  • Rallenta il ritmo, concediti delle pause.

Connettiti con la tua parte profonda, cercati nel silenzio. Ricorda che esiste soltanto l’adesso, il passato e il futuro sono nella tua testa, tu sei qui e ora.

“La nostra vera casa è l’ora. Vivere l’istante presente è un miracolo.”

Thich Nhat Hanh

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