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Ansia e depressione latente

Come riconoscere i sintomi per tornare a sorridere

“Se sei depresso, stai vivendo nel passato. Se sei ansioso, stai vivendo nel futuro. Se sei in pace, stai vivendo nel presente.”

Lao Tzu

Spesso ansia e depressione si presentano in comorbilità, per questo risulta difficile distinguerle. Entrambe causano un malessere psicologico generale che inficia e rende difficili le attività del quotidiano, ma è opportuno distinguere i due stati per poterli affrontare nel modo opportuno.

Ansia e depressione, infatti, sebbene presentino alcuni sintomi comuni, sono problematiche diverse, che talvolta si intrecciano: alcuni studi hanno dimostrato che circa il 70 per cento dei pazienti con un disturbo depressivo nel corso della vita sviluppa un disturbo ansioso e che l’80 per cento di chi soffre di disturbi di ansia avrà nella sua vita almeno un episodio depressivo.

Ma mentre l’ansia si identifica in un forte timore per un evento futuro e in una apprensione non commisurata alla portata dell’evento, la depressione è caratterizzata dalla mancanza di energia vitale, umore depresso e debolezza.

Se i sintomi legati all’ansia sono accelerazione del battito cardiaco e della frequenza del respiro, fame d’aria e tremore, i sintomi della depressione sono la sensazione di disagio e malessere, insonnia, alterazioni della libido e dell’appetito, stanchezza.

Risulta più difficile distinguerle nel caso in cui la depressione non sia manifesta, ma latente.

Approfondiamo la conoscenza di entrambi questi disturbi per poterli affrontare e tornare a stare bene.

Indice

Ansia

L’ansia è una reazione istintiva di difesa, attiva l’individuo e lo dispone in uno stato di allerta per reagire ad un evento ritenuto pericoloso.

Diventa patologica quando si trasforma in una risposta inappropriata a preoccupazioni generiche e determina una alterazione delle normali capacità individuali.

I sintomi di uno stato ansioso sono:

  • Irrequietezza
  • Facile irritabilità
  • Difficoltà a concentrarsi o vuoti di memoria
  • Irritabilità
  • Tensione muscolare
  • Tremore
  • Sudorazione
  • Palpitazioni e aumento della frequenza cardiaca
  • Alterazioni del sonno: difficoltà ad addormentarsi o a mantenere il sonno, sonno inquieto.

L’ansia può essere uno dei sintomi della depressione latente. 

Depressione latente

A differenza della depressione palese che comporta un certo grado di consapevolezza e risulta riconoscibile sia da chi ne soffre che da chi gli è accanto, la depressione latente si insinua gradualmente e non altera in modo evidente, almeno nella fase iniziale, il funzionamento psicosociale dell’individuo. È un disturbo difficile da diagnosticare, in quanto chi ne soffre conduce una vita adattata e sottostima le tracce di questo male silenzioso.

Ci sono però alcune caratteristiche che possono aiutare a individuarla.

  • Si manifesta con sintomi fisici di difficile interpretazione o che, a seguito delle opportune indagini, risultano privi di una causa strutturale. Tra i più frequenti ci sono stanchezza psico-fisica, mal di testa, dolori muscolari, insonnia, dolori articolari, disturbi gastrici, oppressione al petto, mal di schiena.
  • I sintomi psicologici e neuropsicologici più ricorrenti sono: episodi di ansia e irritabilità, disturbi della concentrazione e della memoria, affaticamento immotivato o eccessivo, disinteresse e progressiva demotivazione verso attività, persone e situazioni che precedentemente erano ritenute importanti e attraenti. 
  • Colpisce chi ha difficoltà a esprimere le emozioni dolorose e cerca di mascherarle con la razionalità o con un atteggiamento forzatamente positivo.
  • Si accompagna ad un bisogno di controllo eccessivo, che genera preoccupazione e senso di inadeguatezza.
  • Il soggetto che ne soffre ha un eccessivo senso di responsabilità e la tendenza a essere troppo critico verso sé stesso.
  • Maschera ferite del passato o abusi che vengono respinti e non sono stati elaborati. Chi soffre di depressione latente tende a mettere da parte il proprio dolore, spesso inconsciamente, in modo da negare o ignorare le esperienze di vita che gli causano sofferenza, per continuare a funzionare nel quotidiano.
  • Provoca una iniziale spinta a riempire il tempo di attività e compiti, per sfuggire all’ascolto del malessere che striscia nel buio dell’interiorità non illuminata da consapevolezza.
  • Diventa una maschera sotto la quale si nascondono vulnerabilità e l’immenso bisogno di essere amati. Ciò che appare all’esterno è, invece, una grande, genuina preoccupazione e attivazione per il benessere degli altri. 

Poiché si tratta di un disturbo nascosto, l’individuo si concentra sui sintomi psicosomatici considerandoli semplici fastidi, ignorando che le cause del suo malessere vanno ricercate in profondità. Cerca di risolvere il disagio, non comprendendolo, in modi disfunzionali: si butta a capofitto nel lavoro, interrompe rapporti amicali, sviluppa una forma di dipendenza relazionale.

Non avendo affrontato le cause del male oscuro, che possono essere delusioni affettive, emozioni negative pregresse non elaborate, piccoli e grandi traumi, l’individuo a un certo punto ne viene intossicato fino ad avere una vera e propria detonazione emotiva. 

Il risultato è che la persona raggiunge senza accorgersene un apice depressivo in cui sperimenta quasi di colpo uno stato di insoddisfazione e di congelamento affettivo, fino al letargo emotivo che gli serve, ancora una volta, per proteggersi dal dolore, dal senso di inadeguatezza e dalla paura dell’abbandono che sono i nuclei profondi della patologia.

Verso la luce

Ansia patologica e depressione latente inficiano la qualità della vita di chi ne soffre. Riconoscere i segnali, comprendere le origini, intraprendere un percorso di auto-esplorazione e crescita sono passi fondamentali verso la consapevolezza e la guarigione.

Di seguito ti propongo alcuni strumenti per trovare una connessione più autentica con te stesso, in modo da comprendere esattamente cosa stai vivendo, per riscoprire la ricchezza del tuo mondo interiore e avviarti verso una profonda trasformazione personale.

  • Il diario emotivo. Dedica del tempo, ogni giorno, per scrivere e descrivere le tue sensazioni, cercando di dare un nome e un contesto ai tuoi stati d’animo. Scrivere il diario emotivo ti aiuterà a ricostruire la connessione con te stesso, ti permetterà di cogliere le diverse sfumature delle tue emozioni e a collegarle agli eventi della quotidianità.
  • La meditazione. Attraverso la focalizzazione sul respiro e l’osservazione non giudicante dei tuoi pensieri puoi sviluppare una sana consapevolezza di te stesso. La meditazione ti aiuta a riconoscere i pensieri negativi, a gestire lo stress e l’ansia, a ritrovare il tuo equilibrio interiore.
  • Le seguenti domande ti guideranno a osservare te stesso, per riconoscere i problemi con i quali convivi e gli effetti che hanno su di te:
  • Ti capita spesso di sentirti stressato?
  • Hai la tendenza a pensare che il linguaggio del tuo corpo o il tono della tua voce possano far trapelare la tua ansia?
  • Le tue ansie influenzano spesso i tuoi rapporti con le persone?
  • Ti capita spesso, quando sei solo, che i pensieri e i sentimenti comincino ad affollare la tua mente?
  • Quanto sei consapevole che la risposta ai tuoi problemi si trovi dentro te stesso piuttosto che negli altri?
  • Riesci a condividere le tue difficoltà emotive con amici, familiari o con il tuo partner?
  • Riesci ogni tanto a comprendere il tuo disagio guardando i problemi nella giusta prospettiva?
  • Ti capita di cercare di affrontare i tuoi problemi creando una condizione più tranquilla per te?

Questi strumenti di auto-analisi ti guideranno verso la connessione con la tua parte profonda, per prenderti per mano e avviarti al cambiamento, per risolverti, trasformando in nuova luce il buio che stai affrontando. 

Ricorda: se hai bisogno di sostegno, non esitare a chiedere aiuto ad un professionista.


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