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Autorevolezza educativa: i limiti

La questione dei limiti, dei paletti, dei confini all’interno dei quali circoscrivere le esigenze di crescita e i tentativi di affermazione di una identità distinta dei figli, è argomento spesso dibattuto.

In base all’età evolutiva del soggetto in fase di crescita, ci sono esigenze diverse e modi differenti di manifestarle; ciò che dovrebbe rimanere immutato è l’atteggiamento con il quale un genitore si predispone all’ascolto e poi alla risposta.

La società del nostro tempo tende a considerare le esigenze dei bambini e dei ragazzi in modo molto diverso rispetto al recente passato. Sono lontani i tempi della famiglia normativa che non esitava a fare uso di metodi bruschi o a ritirare l’affetto e interrompere la relazione con il figlio a seguito di un comportamento ritenuto inadeguato.

Una famiglia che si basava sull’autorità paterna e che si strutturava in un modello altamente colpevolizzante, intorno a un paio di slogan incisivi: “Devi obbedire”, “Prima il dovere e poi il piacere”.

Lontani da questo rigido stile educativo, i genitori di oggi si ritrovano spesso spiazzati, incerti, combattuti tra il richiamo al modello con il quale sono stati cresciuti e la spinta ad assecondare tutti i desideri del proprio figlio, considerandoli espressione diretta di una necessità evolutiva.

In questa confusione, la risposta può essere l’autorevolezza educativa.

Conosci i tuoi limiti per essere autentico

Per essere autentico hai bisogno di conoscere te stesso. I tuoi punti di forza, i talenti che possiedi, ma soprattutto i tuoi limiti, la tua fragilità e imperfezione.

Viviamo in una società in cui essere fragili è sinonimo di debolezza, in cui i limiti vengono ignorati, se non demonizzati. Nella versione peggiore della crescita personale si sbandiera l’idea che esista uno sviluppo individuale che non passa dalla conoscenza dei propri punti di debolezza, perché punta soltanto sulle risorse.

Ma come possiamo migliorarci e crescere se non sappiamo da dove incominciare? E come possiamo aiutare i nostri figli a trovare sé stessi, accettarsi e accogliersi, se noi per primi non facciamo i conti con la nostra parte ombra?

Conoscere i tuoi limiti è un atto di coraggio che ti migliora e ti permette di instaurare una relazione autentica con chi vive al tuo fianco, ti rende credibile quando vesti il ruolo educativo con i tuoi figli.

Chi finge di non avere difetti rischia di costruire maschere che a lungo andare possono creare problematiche con il proprio stato di salute e possono inficiare le relazioni.

In questa società in cui tutti dobbiamo dimostrarci forti, capaci e competenti, è indispensabile fermarsi a guardare i propri limiti e con tale consapevolezza iniziare a compiere azioni concrete che ci aiutino a superarli o, quando ciò non è possibile, ad accettarli. Soltanto in questo modo potremo guidare i nostri figli verso una sana consapevolezza e una crescita vera. 

Soltanto quando scegli di indagare e affrontare i tuoi limiti puoi scoprire la tua vera essenza.

Ritaglia piccoli momenti di silenzio per ritrovare te stesso nella tua interezza, pensa ai tuoi errori ricorrenti, cosa nascondono? C’è una parte di te che chiede di essere ascoltata.

Rifletti sulle volte in cui ti sei sentito vulnerabile. Cosa alimenta la tua fragilità? Ascolta i tuoi bisogni, le mancanze, i dubbi. L’anima chiede di essere vista, perché possa illuminare le tue zone d’ombra, integrarle e renderti autentico. In questo modo accoglierai le imperfezioni di tuo figlio e saprai guidarlo verso la sua anima, per diventare pienamente sé stesso, in modo coerente e sereno.

L’importanza di mettere i limiti

Uno degli aspetti più importanti dei limiti in ambito educativo è che aiutano a sviluppare le proprie risorse. Un bambino messo di fronte a un “no” coerente, motivato e fermo, si ritroverà a confrontarsi con la frustrazione e la rabbia, diventando capace di sopportare la prima e gestire la seconda. Il tuo ruolo genitoriale diventerà più sicuro e sarai investito di fiducia e di credibilità.

Se invece cerchi di risparmiare a tuo figlio qualsiasi sofferenza, pur con le migliori intenzioni, lo privi dell’opportunità di sviluppare gli strumenti per affrontare le difficoltà che, inevitabilmente, incontrerà nel suo processo di crescita. Non solo. Un bambino che deve rinunciare a qualcosa, in virtù del limite che hai stabilito per il suo bene, imparerà anche ad essere più flessibile, a coltivare la creatività per cercare alternative, ad essere più aperto alle variabili. 

Ritengo ci sia un altro aspetto di notevole importanza nel mettere i limiti: un bambino che cresce all’insegna della protezione e del sostegno incondizionato, subisce involontariamente aspettative di successo e di riuscita personale elevatissime che possono dar luogo, nell’adolescenza, a delusioni anche molto dolorose. 

I limiti che ogni genitore deve avere il coraggio di porre si estendono oltre il contenitore familiare: oggi si è chiamati a porre limiti allo strapotere del “branco” dei coetanei, alle esigenze di fascino e popolarità, alla spettacolarizzazione e socializzazione di ogni evento intimo e privato, alla società degli schermi che pervadono, spesso in modo smodato, la vita dei figli, sin da dei bambini.

Perché è difficile dire e mantenere un no con tuo figlio

Conoscere te stesso, accogliere e integrare i tuoi limiti, ti permette di comprendere alcuni comportamenti che agisci e che possono rivelarsi disfunzionali, in modo da riuscire a modificarli. 

È importante soprattutto per gestire meglio la relazione con i figli. 

Il nostro vissuto, infatti, influenza le nostre reazioni, quindi è necessario soffermarsi sulle emozioni e i pensieri che possono condizionarci quando vestiamo il ruolo di genitori.

Ti capita di sapere che in una data circostanza è importante che tu sappia dire di no a tuo figlio, ma non riesci a farlo? Oppure, dopo avergli posto un limite, di non riuscire a mantenere quel paletto?

Evidentemente c’è una parte di te che si manifesta nella relazione con tuo figlio e che ha bisogno di essere portata a consapevolezza.

  • Potresti temere il giudizio di tuo figlio, quando gli dici di no. Probabilmente, nel tuo passato ci sono state situazioni in cui hai dovuto rinunciare ad un comportamento assertivo in modo da sentirti meritevole, buono; si è creata nella tua testa la convinzione che per essere una bella persona, un bravo genitore devi essere condiscendente e permissivo.
  • Può accadere che davanti al paletto che gli imponi, tuo figlio diventi triste o si arrabbi e, a causa delle sue emozioni, tu ti senta in colpa. L’eco di qualche situazione simile si fa strada nella tua anima perché tu possa ascoltarla e fare pace con i ricordi che arrivano dal passato.
  • Davanti al mutismo oppositivo di un figlio che si vede imporre un limite, può subentrare uno stato di confusione, di angoscia. Forse ti tornano in mente alcune sensazioni della tua infanzia in cui hai provato un senso di impotenza, di insicurezza, la paura di perdere l’affetto o di essere responsabile del malessere di qualcun altro.
  • Può accadere che, quando pronunci un no a tuo figlio, tu ti riveda in lui e tornino a farsi sentire tutte le emozioni di frustrazione e impotenza che hai sperimentato da ragazzo e che non hai elaborato.

Capire i motivi che si nascondono dietro alla tua incapacità di porre dei limiti fermi e coerenti a tuo figlio ti consentirà di conoscerti meglio e di diventare più vero nella relazione con lui.

Autorevolezza educativa

Per autorevolezza educativa si intende uno stile che si basa su un equilibrio tra autorità e supporto emotivo, in cui i genitori si assumono il ruolo di adulti e la responsabilità di educatori, con linee guida e limiti chiari, coerenti e motivati, in un dialogo aperto e pronto alla condivisione e alla negoziazione.

Scegliere questo stile educativo vuol dire decidere di mettersi in gioco con onestà e attenzione, innanzitutto verso sé stessi, conoscendo i propri limiti per diventare autentici.

E, oggi più che mai, i nostri figli hanno bisogno di genitori consapevoli, capaci di entrare in contatto con la propria parte profonda, che non nascondono la propria fragilità, ma la accolgono per integrarla, in modo da essere capaci di comprendere la loro.

I ragazzi e le ragazze del nostro tempo hanno bisogno di adulti davvero autorevoli, capaci di identificarsi con la complessità della crescita odierna e del nuovo contesto sociale, relazionale e affettivo in cui sono chiamati a realizzare il compito evolutivo. 

Lo stile educativo autorevole prevede la trasmissione di regole, valori e norme ben definiti, in modo coerente e con atteggiamento premuroso, attento e aperto al dialogo. 

  • In modo coerente: i genitori si impegnano in prima persona a rispettare le regole che propongono ai propri figli e a mantengono i limiti in modo fermo e sereno.

Domandati: “Cosa consideri davvero importante per la tua famiglia? Quali sono i valori in cui credi e che vuoi trasmettere? Che obiettivi persegui educando i tuoi figli?”

  • Con un atteggiamento premuroso: è importante sostenere i propri figli, senza sostituirsi a loro, ma dandogli la certezza di esserci, sempre. 

Come sostieni tuo figlio?

  • Con un atteggiamento aperto: bisogna evitare le aspettative che creano immagini dei figli distorte e non veritiere. Un figlio bisogna conoscerlo profondamente, per quello che è e non sostituire la sua identità con i nostri progetti o i nostri film su di lui. 

Conosci davvero tuo figlio? Lo vedi nella sua fragilità, nei suoi talenti, nella sua essenza profonda?

  • Con apertura al dialogo: la chiarezza nell’esprimersi e l’ascolto sono fondamentali. Bisogna essere sinceri e dire come stiamo, motivare il limite stabilito per spiegare cosa vogliamo veramente; e poi accogliere ciò che ci viene detto e le emozioni che circolano.

Sai esprimere ciò che senti? Riesci ad ascoltare con il cuore?

Questi sono soltanto alcuni spunti di riflessione e suggerimenti perché tu possa crescere accanto ai tuoi figli che crescono, per diventare meraviglia INSIEME.


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