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Abuso psicologico ed emotivo

“È vero, non mi hai praticamente mai picchiato. Ma le tue grida, la tua faccia paonazza, le bretelle slacciate e tenute pronte sulla spalliera della sedia, erano quasi peggio.”

Franz Kafka

Indice

Shakespeare scriveva: “Noi siamo fatti della stessa sostanza dei sogni”. Di che cosa sono fatti i sogni? Di emozioni. Dentro ciascuno di noi esiste un nucleo magico che è l’incontro con forze naturali, universali, selvagge e istintive.

Che è poesia e ci spinge a desiderare. L’etimologia di questa parola richiama ciò che Shakespeare ha inteso: dal latino sidus- eris, desiderare in origine significa interrogare le stelle. 

Ma cosa accade quando siamo in relazione con qualcuno che abusa di noi emotivamente? Ci impedisce di interrogare le stelle, distruggendo i nostri sogni e costringendoci a vivere da fantasmi. 

Spesso, quasi sempre, senza che ce ne accorgiamo.

Ho deciso di scrivere questo articolo perché troppe volte nel mio lavoro ho assistito al doloroso risveglio di chi è stato abusato psicologicamente all’interno di una relazione di co-dipendenza con un narcisista, con un manipolatore, con qualcuno che stava annientando i suoi desideri e la sua energia vitale. 

Perché tu che leggi, se stai affrontando questo enorme disagio, possa riconoscerlo, per riprenderti la tua vita e tornare a sognare. 

La manipolazione emotiva

La manipolazione emotiva è un processo caratterizzato da una serie di comportamenti che mirano a condizionare psicologicamente l’altra persona, fino a minarne l’autostima e l’autonomia.

Si manifesta soprattutto attraverso uno stile di comunicazione passivo-aggressiva che fa leva sul ricatto emotivo e sui sensi di colpa. Chi subisce questo tipo di abuso si ritrova a mettere in discussione sé stesso, le proprie emozioni e la propria capacità di giudizio, sentendosi sempre più confuso e influenzato da ciò che l’altra persona si aspetta. 

Il manipolatore non dichiara esplicitamente le proprie intenzioni che, in alcuni casi, possono rimanere nascoste persino a sé stesso: le cela dietro lusinghe, gesti gentili, un’apparente disponibilità. Il suo obiettivo è il potere nella relazione. Spesso utilizza il ricatto emotivo per portare l’altro a fare ciò che desidera.

Le tecniche di manipolazione più frequenti sono:

  • La seduzione: uso di fascino e lodi per conquistare la fiducia dell’altro abbassandone le difese.
  • La regressione: come per esempio tenere il broncio fino a far cedere l’altro.
  • Lo svilimento: usa in modo strategico atteggiamenti di sottomissione come scusarsi ripetutamente.
  • Il silenzio: è un comportamento passivo-aggressivo che mira a confondere e isolare l’altro.
  • La coercizione: attraverso varie forme di aggressività verbale, spesso celata dietro l’ironia e il sarcasmo.
  • Razionalizzare: fornire ragionamenti e motivi apparentemente razionali per convincere l’altro di essere nel torto.

Le frasi che può utilizzare il manipolatore emotivo:

  • Tu sei pazzo, hai bisogno di farti curare.
  • Stavo scherzando, prendi tutto troppo sul serio.
  • Ti stai inventando tutto.
  • Cambi sempre le carte in tavola.
  • Certo, è sempre mia la colpa.

Il controllo

Il controllo nei casi di abuso psicologico ed emotivo viene esercitato in diversi modi e mira a limitare:

  • La libertà di movimento. 
  • Le frequentazioni.
  • Il comportamento.
  • I mezzi finanziari.
  • I gusti personali.

Sono forme di controllo abusante tutte le pretese di essere costantemente informati sugli spostamenti dell’altro; ostacolare nella ricerca di un impiego; sostenere di sapere meglio dell’altro quali siano i suoi pensieri, le sue intenzioni, le sue emozioni e i suoi bisogni.

La critica continua

Si esercita ridicolizzando l’altra persona, usando un linguaggio dispregiativo e offensivo, minando la sua autostima. Chi è sottoposto a queste critiche costanti si sentirà inadeguato, insicuro, fino a perdere completamente la stima di sé e a sviluppare un disturbo di ansia.

Il possesso e l’isolamento

Avviene quando l’abusante crea un ambiente in cui la vittima è costretta dapprima a limitare, fino a tagliare ogni relazione o rapporto sociale.

Spesso la richiesta non viene esplicitata per quella che è, ma nascosta dietro lo svilimento delle frequentazioni della vittima, o dietro la possibilità che quel rapporto possa minare la serenità della relazione. In questo modo gradualmente la vittima sceglierà di rinunciare alle relazioni esterne finendo per consegnarsi totalmente nelle mani dell’abusante.

Il gaslighting

Il termine è stato preso dall’opera teatrale Gas Light in cui un marito, attraverso una serie di inganni tra cui lo stratagemma delle luci a gas che si affievoliscono apparentemente da sole, mentre è lui a manovrarle, manipola sistematicamente la moglie per farle mettere in dubbio la propria sanità mentale. 

L’obiettivo è far dubitare la vittima di sé stessa portandola a non fidarsi più della propria percezione della realtà e i suoi stessi pensieri.

Il gaslighting è una forma di abuso insidioso che lascia profonde ferite psicologiche, perché spinge la persona, che necessita di approvazione e validazione, a mettere in discussione la propria lucidità fino a minare nel profondo la sua salute mentale.

Le minacce e le intimidazioni

Sono forse tra i risvolti più frequenti dell’abuso psicologico ed emotivo: minacce di arrecare un danno fisico o alla reputazione dell’altro; minacce di chiudere la relazione; intimidazioni di rendere la vita un inferno o di cercare altrove ciò che la persona evidentemente è incapace di dare-fare.

Minacce e intimidazioni hanno il potere di far sentire la vittima paralizzata dal terrore e in preda all’ansia, in un continuo stato di allerta.

Dipendenza

Una continua esposizione a comportamenti emotivamente abusanti porta a uno stato di impotenza e sopraffazione, che rende la vittima sempre più dipendente psicologicamente dall’aggressore, minando il proprio senso di identità e la propria autostima

Conseguenze dell’abuso psicologico ed emotivo

Questo tipo di abuso porta a problematiche molto gravi come il disturbo dell’ansia, gli attacchi di panico e la depressione. La prima e immediata conseguenza dell’abuso emotivo è l’annientamento dell’autostima della vittima che, sentendosi incapace e impotente, accetta di continuare la relazione, annullandosi sempre di più. Gli elevati livelli di stress e di paura portano chi subisce l’abuso a chiudersi in sé stesso, privandolo della energia vitale e facendolo sentire costantemente in colpa, attribuendosi la responsabilità del malessere della relazione.

Affrontare la manipolazione emotiva e l’abuso psicologico è possibile attraverso un lavoro terapeutico volto innanzi tutto a rendere consapevole la vittima di quanto sta accadendo nella sua vita; successivamente al recupero della sua autostima e dell’autonomia. 

È fondamentale non sottovalutare la gravità di queste forme di abuso: se ti riconosci in quanto descritto, chiedi aiuto!

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