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Ascolto attivo: cos’è e come migliorarlo

Gli dei hanno dato agli uomini due orecchie e una bocca per poter ascoltare il doppio e parlare la metà

Talete di Mileto

Nelle nostre interazioni quotidiane spesso, se non sempre, utilizziamo una modalità di ascolto superficiale, passiva. Presi dalle tante attività o semplicemente distratti, non prestiamo la giusta attenzione al nostro interlocutore: facciamo domande ai figli mentre prepariamo il pasto, scriviamo mail mentre parliamo al telefono, ci facciamo raccontare la giornata dal nostro compagno mentre guardiamo la TV.

L’ascolto attivo presuppone l’intenzione di dare all’interlocutore e al suo messaggio tutta la nostra attenzione, posizionandoci sulla stessa sua lunghezza d’onda e mettendo insieme i contenuti verbali, gli indizi paraverbali e le informazioni che possediamo sulla sua personalità e il contesto di riferimento.

Sembra complicato, ma è una abilità che si può apprendere e che ci permette di entrare in relazione profonda con l’altro. Knight definisce questa capacità comunicativa come mettere tutta la propria attenzione e consapevolezza a disposizione di un’altra persona, ascoltare con interesse e apprezzare senza interrompere.

L’ascolto attivo prevede tre elementi essenziali: 

  • Coinvolgimento emotivo ed espressione non verbale di tale coinvolgimento.
  • Astensione da giudizi e parafrasi del messaggio dell’oratore.
  • Presa di coscienza ed elaborazione dei contenuti emotivi riportati.

Per usare le parole di Carl Rogers dobbiamo ascoltare non solo con le nostre orecchie, ma anche con i nostri occhi, mente, cuore e immaginazione. Ascoltiamo ciò che sta accadendo dentro di noi, così come ciò che sta accadendo nella persona che stiamo ascoltando. Ascoltiamo le parole dell’altro, ma ascoltiamo anche i messaggi e i significati sepolti nelle parole. Ascoltiamo la voce, l’aspetto e il linguaggio del corpo dell’altro, senza aggiungere, sottrarre o modificare.

Indice

Ascoltare in modo empatico

Prima di criticare qualcuno, cammina per un miglio nelle sue scarpe.

Proverbio dei nativi americani

A differenza dell’ascolto selettivo, focalizzato su ciò che interessa all’ascoltatore, e dell’ascolto efficace, mirato a cogliere i contenuti principali del messaggio, l’ascolto empatico presuppone uno sforzo di decentramento da sé e di apertura verso l’altro.

La parola empatia deriva dal greco en-pathos, sentire dentro, e consiste nel riconoscere le emozioni degli altri come se fossero le proprie. È la capacità di mettersi nei panni dell’altro, comprendendone i pensieri e le emozioni, evitando ogni critica e qualsiasi giudizio. Questo non vuol dire, però, farsi travolgere dallo stato dell’altra persona, piuttosto significa accogliere il suo mondo senza per questo rinunciare al proprio.

L’ascolto attivo presuppone l’ascolto empatico e viceversa: un atteggiamento di apertura e curiosità verso l’esperienza altrui, una attenzione vera, che si concretizza nello sforzo di cogliere non solo il significato delle parole, ma soprattutto il sentire più profondo dell’altro, che spesso si cela nel non detto. È fondamentale allenare l’empatia, per poter avere delle relazioni sane, ma anche per essere più efficaci e produttivi nell’ambito del lavoro.

Come?

  • Quando entri in comunicazione con qualcuno, incomincia a fare silenzio, predisponiti alla comprensione del messaggio profondo che arriva dall’altro. Evita di pensare sin da subito alla risposta che potrai dare.
  • Conosci le tue emozioni: se non sei consapevole del tuo stato emotivo, come potrai comprendere quello dell’altro?
  • Diventa più curioso dei sentimenti che spingono l’altra persona a parlarti in un certo modo, non concentrarti sul messaggio verbale o su ciò che quest’ultimo scatena in te: domanda al tuo interlocutore cosa sta provando in quel momento.
  • Abbandona il giudizio. È importante partire dal presupposto che l’altro è guidato dalle migliori intenzioni e sta esprimendo il suo sentire, anche se in modo non efficace ai fini della comunicazione. In questo modo le critiche che potresti muovergli o il giudizio che potresti formulare perdono di forza e tu sei disposto in modo più empatico all’ascolto.
  • Ricorda che ogni persona che incontri ha pensieri ed emozioni che lo condizionano, lo bloccano, esattamente come te. Questo ti consentirà una maggiore comprensione del suo mondo.

Ascoltare il linguaggio del corpo

Se vogliamo capire le vere intenzioni degli altri e conoscere il loro animo, non dobbiamo ascoltare ciò che dicono, ma osservare cosa fanno.

Francesco Alberoni

C’è una grande differenza tra ascoltare e sentire. Ti capita sicuramente di sentire il rumore di un’auto per strada, la suoneria di un telefono nelle vicinanze, il vocio di sottofondo in un bar. È un’azione superficiale, accidentale, involontaria. E ti sarà capitato anche di fermarti ad ascoltare un brano musicale che suscita emozioni dentro di te, un dialogo in un film che ti risuona in qualche modo e ti porta a riflettere: è un’azione focalizzata, volontaria e intenzionale.

Per ascoltare il nostro interlocutore dobbiamo prestare attenzione non tanto al contenuto del discorso, ma soprattutto all’intonazione che usa, a come gesticola, alle parole sulle quali si sofferma, allo sguardo.

Per ascoltare in modo attivo è fondamentale cogliere i segnali non verbali che l’altro ci invia e utilizzare, a nostra volta, un buon linguaggio del corpo.

Secondo lo psicologo Albert Mehrabian la maggior parte delle nostre comunicazioni giornaliere sono composte da:

  • 7% comunicazione verbale, quello che diciamo
  • 38% comunicazione paraverbale, il tono di voce, il timbro, il volume e la velocità con cui parliamo
  • 55% comunicazione non verbale, tutto il linguaggio del corpo.

Possiamo dividere il linguaggio del corpo in due macro aree:

  • Le espressioni facciali
  • I gesti e la postura

Le emozioni di base, sorpresa, paura, rabbia, disgusto, tristezza e felicità, sono quasi sempre leggibili nei movimenti degli occhi, della bocca e delle sopracciglia. 

Il nostro interlocutore mantiene il contatto visivo o evita il nostro sguardo? Ci sorride, si morde il labbro, ha gli angoli della bocca verso il basso? Le sue sopracciglia sono arcuate a ingrandire lo sguardo, è sollevata soltanto una, o hanno gli angoli interni verso il centro del naso?

Cogliere questi primi segnali ci predispone a un ascolto più empatico e attento.

Per quanto riguarda i gesti e la postura sono tantissime le modalità attraverso le quali chi parla può manifestare il suo sentire: l’osservazione attiva e il silenzio possono permetterci di cogliere il significato del linguaggio del corpo dell’altro.

Per grandi linee quando chi ci sta parlando ha dei micropruriti e si gratta, sta esprimendo una certa tensione e dubbi; quando tende ad accarezzarsi le labbra manifesta gradimento emotivo; anche accarezzarsi i capelli indica gratificazione e atteggiamento di apertura; se sposta il busto in avanti sta dimostrando interesse, mentre se si allontana sta chiaramente mostrando il bisogno di creare distanza rispetto all’argomento; braccia e gambe incrociate sono segnali di chiusura totale a livello della comunicazione.

Questi sono soltanto alcuni esempi per comprendere meglio il linguaggio del corpo, alla base di un buon ascolto attivo. Va da sé che, per poter ascoltare attivamente, dobbiamo utilizzare il nostro non verbale in modo empatico e attento, con un contatto visivo, gesti e postura adeguati.

Consigli per migliorare l’ascolto attivo

C’è chi ti legge di sfuggita: il sorriso che mostri, i vestiti che indossi, le parole che usi. E c’è chi ti legge in braille: l’anima che abiti, i dolori che nascondi, le frasi che non dici. Tu puoi scegliere. Non accontentarti mai.

Margherita Roncone

Risulta evidente, a questo punto, quanto l’ascolto attivo sia fondamentale per comunicare in modo efficace e per avere delle relazioni sane. È un’abilità che può essere appresa e che si basa su empatia e una grande attenzione per il linguaggio del corpo. 

Vediamo come possiamo migliorare la capacità di ascolto attivo:

  • Fai silenzio, dai tempo e modo all’altro di esprimersi.
  • Mantieni un buon contatto visivo.
  • Evita di distrarti, focalizza la tua attenzione sull’altro.
  • Pensa alla risposta da dare soltanto quando il tuo interlocutore ha finito di parlare
  • Resta concentrato su ciò che ti sta comunicando a livello non verbale e, quando non ti è chiaro, fai domande per comprendere il suo stato: “Come ti fa sentire?”
  • Riformula: ripeti con parole tue ciò che hai ascoltato, in modo da far sentire l’altro accolto e sapere se hai ben compreso il messaggio.
  • Non giudicare. Ricorda a te stesso che tutti proviamo emozioni e formuliamo pensieri che ci condizionano.
  • Mettiti nei panni dell’altro senza farti trascinare dall’onda della sua emozione.
  • Dimostra la tua attenzione con brevi feedback, cenni e interiezioni.

Ascoltare attivamente un’altra persona ti consentirà di aprirti maggiormente al tuo mondo emotivo.

La prima persona da ascoltare attentamente sei TU.

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