Non è facile andare d’accordo con me.
A volte mi impunto.
E penso che sia la bambina in me a dettare le regole.
Quando chiudo le porte in faccia a chi pensa di valere di più: per moralismi facili, etichette inutili, ruoli sterili.
Quando non voglio sprecare neanche un minuto del mio tempo con chi si maschera e vive in palazzi di facciata, pieni di luci all’esterno, vuoti e bui dentro.
Quando non mi importa se può esserci un legame di sangue,
se a quel sangue non c’aggiungi il cuore, perché altrimenti diventa pozza fetida, che fa ammalare.
Quando preferisco la compagnia di me stessa e il silenzio alle chiacchiere vacanti e ai sorrisi di circostanza, al perbenismo mediocre.
Quando non sopporto chi giudica, chi si lamenta senza attivarsi per cambiare, chi vomita addosso agli altri le proprie sacre verità fatte di buonismo o arroganza;
chi cerca di rubare la vita altrui, condizionando ogni pensiero, alimentando il senso di inadeguatezza e di colpa.
Non è facile andare d’accordo con me.
Ma non è la bambina che mi abita a deciderlo.
È la vecchia che sono a guidarmi: quella che ha già vissuto mille vite, infiniti respiri,
che ha cicatrici profonde e rughe nell’anima,
che non ha più pazienza
e non vuole sprecare ancora il suo tempo.
La vecchia che abita in me, scalza e vestita di orgoglio,
gli occhi da folle, lo sguardo da saggia,
coriacea e fiera,
mi dice: “RICORDA CHI SEI!”
E poi scegli.
Margherita Roncone